I libri hanno occhi che solo chi legge riesce a percepire. E hanno storie che si animano solo con i nostri occhi. Lo stesso libro ha, dunque, miriadi di occhi diversi. Ho acquistato libri solo perché ero attratto dal titolo o dal colore della copertina o perché leggevo un piccolo riassunto nel risvolto o la tenera biografia dello scrittore. Ho acquistato libri in base alla lunghezza delle pagine, della consistenza della carta, per la disposizione dei capitoli e dai titoli che venivano inseriti. A volte, per eccesso di civetteria, non ho acquistato libri dove non compariva l’indice – che in un romanzo è completamente inutile – ma era una sorta cortesia galante che l’editore regalava al suo lettore. Sembrava di essere trattato come un cliente esigente, attento, mi pareva che quel libro fosse solo ed esclusivamente mio, che quel racconto fosse un rapporto intimo a tre persone: lo scrittore, il lettore e il venditore che lo infiocchettava, aggiungendoci un indice inutile ma bello. A volte ho acquistato dei libri in base alle dediche che gli scrittori –non tutti, in verità – usano porre all’inizio del lavoro e, scegliere un libro da questo primo incipit non è semplicissimo.Chi si nasconde o cosa si nasconde dietro: ”A Maurizio, che non sa aspettare”; “ai giorni occulti dei ricordi astrali”; “a Fiorenzo che non c’è ma sentirà le voci”. Come si possono acquistare dei libri che hanno, fin dalla sua dedica, un vero e proprio manifesto programmatico o addirittura politico? Però leggere un libro è come fare un viaggio dentro le nostre emozioni. Ed ogni volta è diverso.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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