Sono un docente precario alle scuole superiori. Nell’ultimo chilometro del mio viaggio quotidiano verso l’istituto inspiro ed espiro a pieni polmoni, ripetutamente, come se dovessi prepararmi ad una lunga permanenza sott’acqua. Inspiro ed espiro profondamente anche a fine lezione, nel tornare casa, per placare la fame d’ossigeno. Tenere in pugno una classe di adolescenti richiede concentrazione, presenza fisica e sangue freddo: sono figli di un tempo difficile e la maggior parte di loro ne ha assorbito tutte le contraddizioni e le lacune. Le ore di lezione sono un’apnea. Sotto il pelo dell’acqua si vedono bellezze da mozzare il fiato, ma non sempre quel fiato è sufficiente per risalire a galla sani e salvi. In quelle ore di lezione, il docente saprà che dovrà combattere contro il pregiudizio, i messaggi violenti, il volgare bisogno di semplificare tutto della comunicazione di oggi, da cui i ragazzi sono travolti. Contro il pregiudizio dilagante e sul bisogno di eliminare ogni forma di discriminazione – da cui non sempre donne e uomini che rappresentano la scuola sono immuni – l’insegnante argomenta, induce al ragionamento, raffronta la storia e cerca di spiegare coi fatti l’importanza del vissuto. Col fiato sospeso, spendendo ogni energia.. Il giorno dopo, l’allenatore di una squadra di calcio dirà che lui non sa chi fosse Anna Frank e, il giorno dopo ancora, dirà che non gli sia sembrato così grave non sapere chi fosse quella ragazzina ebrea vittima dell’Olocausto. In quello stesso momento, il docente capirà che nessun ragionamento argomentato potrà essere convincente, agli occhi di un adolescente, quanto l’annoiato me ne frego di un allenatore di calcio. Un attimo dopo, il docente capirà l’inutilità di quel suo fiato trattenuto. Tra lui e l’allenatore, non c’è partita.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design