Ho preso un impegno con gli altri del collettivo Sardegnablogger: niente parolacce.
Cioè, niente parolacce indirizzate a persone specifiche.
Neanche quando se le meriterebbero.
Leggetevi quest’articolo: http://www.tafter.it/2012/07/24/niente-piu-dialetto-sardo-insegnato-a-scuola-di-claudio-giovanardi/
L’ha scritto tale Giovanardi Claudio, Professore ordinario di linguistica italiana presso l’Università di Roma Tre, Direttore del Dipartimento di Italianistica e valutatore della didattica nell’ambito della CRUI.
Evidentemente, un professore ordinario di linguistica italiana è dispensato dal sapere anche solo un poco della situazione linguistica in Sardegna. Infatti sproloquia:
“Per quanto riguarda la Sardegna in particolare, inoltre, quale sardo dovrebbe essere insegnato? Quello di Cagliari o quello della Gallura? Quello di Nuoro o quello di Sassari? Come chiunque sa, non esiste il dialetto sardo, ma esistono diverse varietà anche piuttosto distanti tra loro da un punto di vista strutturale. I politici locali farebbero bene pertanto a tener vive le tradizioni locali, le feste, le ricorrenze, che portano con sé l’uso parlato del sardo. Ma lascino in pace la scuola, che già ha tanti problemi a formare giovani in grado di usare in modo corretto e adeguato la lingua italiana.”
Possibile che non sappia che il gallurese-sassarese non appartiene al sistema linguistico sardo?
Possibile che non sappia quello che sanno gli altri linguisti che studiano le lingue romanze?
Delle due una: il Professore di linguistica italiana ignora che il sassarese-gallurese appartiene a un altro sistema linguistico, che possiamo definire sardo-corso—cioè corso trapiantato in Sardegna—e che viene normalmente classificato come “dialetti italiani”–qualunque cosa voglia dire “dialetti italiani”–o il Professore sa bene che quello che dice non è vero.
Scegliete voi cosa sia meglio o peggio.
Allora: il sardo non va insegnato a scuola.
Punto.
Perché?
“Difendere e valorizzare il dialetto è giusto, imporlo come materia d’insegnamento scolastico è profondamente sbagliato. Si tratta di atteggiamenti di retroguardia, spesso mossi più da interessi politici che genuinamente culturali.”
Cioè?
Perché non spiega perché sarebbe sbagliato?
Atteggiamenti di retroguardia?
Interessi politici?
Perché i suoi cosa sono?
Cosa ci sarebbe di male poi ad avere degli interessi “politici”, cioè collettivi?
Ma forse vuol dire partitici.
Vuole proibire anche i partiti?
Dell’italiano dice: “Dobbiamo però renderci conto che da 150 anni esiste uno Stato unitario con una sua lingua unitaria (seppure non ufficialmente riconosciuta nella Costituzione), ovvero l’italiano.”
A parte la barzelletta della “lingua unitaria”–l’italiano non è unitario neppure adesso, come sa qualunque studioso dell’italiano—infatti esistono almeno cinque “italiani regionali’– il nostro professore fa appello a una tradizione che data—secondo lui—150 anni, cioè fa coincidere l’esistenza della lingua italiana con quello dello stato—per poter rinnegare le altre tradizioni millenarie.
E non è stata forse la politica a rendere un gergo burocratico-letterario, limitato allo scritto, una lingua “unitaria”?
Non è forse politica l’affermazione che basti avere uno stato “unitario” per rendere “unitaria”una lingua?
Come ha scritto Tullio De Mauro, al momento in cui l’Italia è diventata uno stato “unitario”, solo lo 0,8% dei suoi abitanti parlava l´italiano.
Un Professore di linguistica italiana non può ignorare queste cose.
O forse sì.
Esiste anche l’ignoranza militante: quella che “prima mi spacco piuttosto che darti ragione”.
Un altro termine sarebbe”fanatismo”, ma quello è un insulto e poi “ignoranza militante” è più chique.
Il nostro continua: “In tempi di restrizione delle finanze pubbliche, mi sembra sacrosanto che il governo intervenga a tagliare le spese non dico inutili, ma quanto meno superflue.”
Scommettiamo che il Professore è di sinistra?
Io ci scommetto una bottiglia di quello buono.
–Abbiamo altro a cui pensare!
Quante volte l’abbiamo sentito?
Già, perché ammettere di aver fatto propria la cultura linguistica risorgimental-fascista non è stato ancora completamente sdoganato, a “sinistra”.
Basta aver pazienza e arriveranno anche a rivalutare il Mussolini socialista.
Dai, manca poco.
Prima quello socialista, eh!
Sono italiani.
P.S.: non ho usato una sola parolaccia!
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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