“Il processo dell’inganno massmediatico deve essere cosciente per essere attuato con sufficiente precisione. Ma deve essere anche inconscio , perché sennò provocherebbe una sensazione di falsità e dunque di colpa. Raccontare deliberate bugie credendovi sul serio, dimenticare ogni fatto che sia diventato sconveniente e, poi, quando torni ad essere necessario, tirarlo fuori dall’oblio per il tempo necessario, smentire l’esistenza di una realtà oggettiva e, simultaneamente, tener conto della realtà che si nega, tutto questo è necessario e indispensabile”. (George Orwell, “1984”)
L’errore primario, quello più grosso, è quello di partire dalla presunzione che Israele “si difenda”, mentre la sua arroganza invasiva, il suo giustizialismo attuato tanto con armi raffinate e tecnologiche quanto con altre non convenzionali e proibite è giornaliero. Come giornaliera è la sua costante pressione su tutti gli abitanti palestinesi delle zone-ghetto e dei campi profughi, come l’occupazione e sottrazione di territori ai legittimi proprietari. Poi ci sono i chek-in ed il muro, l’embargo che non fa passare una goccia d’acqua, di cibo o di carburanti ma è stranamente osmotico al passaggio di armi ed esplosivi.
Perché HAMAS è una sigla che fa davvero tanto comodo alla causa sionista, è la scusa buona per tutte le occasioni e per questo va mantenuta in vita (sino a quando “la stella” vorrà). Che importa poi, se nel colpire un ipotetico elemento di quella fazione, si radono al suolo un centinaio di case, si falcidiano di bombe intelligenti quanto un tubero una trentina di bambini e qualche centinaio di civili, accompagnandoli con migliaia di feriti che nemmeno negli ospedali (obiettivi vietati da tutte le convenzioni di guerra) trovano riparo dai missili dell’aviazione “di David”.
Un filmato francese mostra come, le potenti vedette israeliane costantemente presenti in acque territoriali palestinesi, le stesse che sparano ogni giorno sulle barche dei pescatori di Gaza, si divertano a ridurre in brandelli quattro ragazzini che cercavano di pescare sul molo. Altri filmati, foto e racconti girano grazie alla rete ed ai coraggiosi free-lances rimasti laggiù nonostante le manifeste “scortesie” del governo isreaeliano nei confronti dei media non allineati alla sua versione dei fatti. Quella che i nostri media, che si definiscono “liberi ed indipendenti” ci propinano ad ogni ora utilizzando l’esatta formula che George Horwell ci raccontava già dal 1948, guarda caso, stessa data della genesi di questa pessima vicenda storica di una “Nuova Israele” in terra di Palestina.
Girano anche filmati di rabbini e civili israeliani che manifestano contro questa arroganza sionista, girano considerazioni ed analisi di israeliani molto più dure e crude dei razzi di Hamas nei confronti di Netanyau e del suo governo sionista, di un parlamento dove una deputata si permette di affermare che “tutte le mamme palestinesi andrebbero sterminate”, esiste un vasto dissenso in Israele, ma nel suo esercito poi prestano tutti servizio ed obbediscono agli ordini obtorto collo. Ma continuano a dirci di non usare il loro dissenso, per giustificare un genocidio come quello a cui stiamo assistendo, perché di genocidio si tratta, quando i civili morti sono più dei militari. É un genocidio terroristico che da altri paesi non tollereremmo mai, perché i media ce la racconterebbero un tutto un altro modo, ma stiamo attenti però, ché questa formula di de-informazione della realtà funziona con tutto, politica compresa.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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