C’è una storia che si racconta ancora a Milano e riguarda tre personaggi eccezionali: Enzo Jannacci, Dario Fo e Franca Rame. Pare che una sera Jannacci abbia citofonato a Casa Fo e al citofono abbia risposto Franca Rame la quale, dopo aver sentito le parole del citofonante si sia rivolta al marito dicendogli: “E’ sicuramente Enzo perché non ho capito nulla di quello che ha detto”. Jannacci era questo, genio assoluto e stupenda sregolatezza. Uno che si può permettere di scrivere una canzone come Silvano “stringimi, dammi l’ebrezza dei tendini, prendimi con le tue labbra accarezzami” e con un ritornello gonfio di non sense “Silvano e non valevo le ciccioli” è sicuramente un genio assoluto. Ma lui è anche quello di “Vincenzina e la fabbrica” una delle canzoni più struggenti mai scritte nel panorama della musica leggera italiana, probabilmente tra le più intense e tristi; un po’ come l’amico fragile del suo grande amico Fabrizio De André con il quale compose “via del campo”, più precisamente la musica di via del campo è tratta da una sua canzone del 1965 “la mia morosa va al fronte”. Jannacci moriva a Milano il 29 marzo 2013 e in questi nove anni la sua musica è stata un po’ nascosta da altre vie musicali. Eppure, a guardare bene in certi testi rapper ci ritrovate il gusto dello sberleffo di Silvano o la bellezza infinita di Vincenzina e la fabbrica. Jannacci quando parlava non si capiva, ma quando cantava sapeva coinvolgere, sorridere e piangere, ridere e urlare: “E dopo girati, scaccia il bisogno del passero, lurido, soffiati il naso col pettine, Everest, sei la mia vita incredibile”. Ecco, Incredibile. Come lui. Enzo Jannacci. Buon compleanno! (e non valevo le cioccioli).
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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