Di Fiorenzo Caterini
Certe storie nascono per essere beffarde.
Tutta l’America si era identificata in questo atleta, icona della forza, della bellezza e della perfezione. Un uomo, Bruce Jenner, che pareva uscito da un film di fantascienza, tanto era perfetto. Una macchina da guerra, un fascio di muscoli pronti a scattare, e dotato di una enorme forza d’animo, oltre che di immense doti tecniche e fisiche, per vincere, alle Olimpiadi di Montreal del 1976, la gara riservata ai superuomini, il decathlon.
Il decathlon è una specialità dell’atletica leggera che prevede un punteggio per ognuna delle dieci gare, da svolgere in due giorni. I 100 metri, il salto in lungo, i 400 metri, salto in alto, salto con l’asta, lancio del peso, lancio del disco, 110 ad ostacoli, lancio del giavellotto, e, infine, come ultima prova, i 1500 metri.
L’intera America si appassionò a seguire Bruce duellare con il russo Avilov, alla quale aveva soffiato, tempo prima, il record del mondo.
In un paese che divideva, ora come allora, il mondo in buoni e cattivi, niente di meglio che il duello con il russo. Ricordate Rocky contro Ivan Drago? Ti spiezzo in due.
Due giorni di gare appassionanti con il possente Bruce, 1 e 88 di altezza per 88 chili di peso, in vantaggio nell’ultima prova, i 1500 metri. Odiati i 1500 metri, perché in genere i decathleti sono dei giganti possenti e muscolosi che fanno una fatica bestiale in questa prova di resistenza che giunge al termine di due giorni di gare massacranti, con i partecipanti ridotti allo stremo delle forze.
Ma Bruce, nonostante gli acciacchi e la stanchezza, onorò anche l’ultima prova distanziando, con un commovente allungo conclusivo, i diretti rivali, e giungendo a braccia alzate e con le lacrime agli occhi.
Bruce Jenner divenne un eroe, una icona, uno dei fantastici 4, in grado di sintetizzare tutte le qualità umane e atletiche in una sola persona.
Un film raccontò subito le sue gesta.
Poi il suo personaggio passò dalle pubblicità alla televisione, ai films, ai videogiochi. Neppure mancò, in questa gigantesca costruzione iconografica, il gossip, e i suoi amori alimentati dalla fama di uomo bellissimo e così inequivocabilmente maschio. Il suo terzo matrimonio fu consumato infatti con una regina del jet – set, nonché madre delle giunoniche sorelle Kardashian: insomma, una gran bella donna.
La televisione si inventò un reality show tutto incentrato sulla vita di questa famiglia così dotata di bellezza e fisico bestiale.
Tutto questo è andato avanti per anni, per almeno 4 decenni.
Poi, un giorno, Bruce ha detto basta.
Bruce ha detto basta e si è sfilato i panni del supereroe, dell’uomo fatale, del possente e invincibile atleta inseguito da donne da sogno.
Davanti a un intero paese attonito, Bruce ha dichiarato di sentirsi donna.
No, non omosessuale, proprio donna.
E per non dare addito a fraintendimenti, è volato in Thailandia per le cure e le operazioni del caso.
Bruce, da ieri, non è più Bruce, ma è una maestosa signora di 65 anni di nome Caitilyn.
In un paese dove tra buoni e cattivi c’è un abisso, dove la fantasia, basti pensare agli acrobati del wrestling, si mescola con la realtà, e dove i superuomini, i supereroi, sono sacri e inviolabili, lo sconvolgente cambiamento di genere di Bruce ha lasciato il segno.
Ma non sempre si può vivere in un mondo finto, artefatto, preconfezionato.
Ogni tanto la realtà scappa via, fugge da tutte le parti, come bambini da scuola al suono della campana, scoperchia la pentola come acqua che bolle, si infila come pesci nelle maglie delle reti mal riparate, esce fuori dagli interstizi, dalle fessure, incontrollata.
Ogni tanto.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo.
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