L’italiano è una lingua in evoluzione, si sa. Oltre all’introduzione continua di neologismi, vengono sdoganate alcune locuzioni il cui significato, col tempo, cambia direzione da quello originale e con la circostanza comunicativa nella quale vengono calate. Ma se è passabile, non per me in continua lotta per mantenerne inalterato il valore avversativo, che il celeberrimo “piuttosto che” venga usato sempre più diffusamente nell’accezione di congiunzione disgiuntiva in luogo di “oppure” anziché di “invece di”, non è accettabile che termini in contrasto vengano impiegati come equivalenti.
Sto parlando di ‘sti cazzi e me cojoni.
Due espressioni idiomatiche che vengono spesso utilizzate come sinonimi ma che, in realtà, sono due termini in antitesi. Grammaticalmente simili, vengono adoperate entrambe per esprimere sorpresa e incredulità. Niente di più sbagliato!
‘Sti cazzi significa letteralmente “questi cazzi” e afferma tutto il contrario di stupore e meraviglia: vuol dire invece esclusivamente chissenefrega. Ovvero il menefreghismo più totale, misto a cinismo e disinteresse.
Per indicare quello stupore di cui parlavamo qualche riga più su, più adatta è appunto me cojoni. La quale proviene dal verbo “coglionare” e quindi non traducibile con “i miei coglioni”, ma con “mi coglioni”, “mi stai coglionando“. Ovvero l’esternazione di incredulità e sbalordimento che sconfinano con la presa in giro.
A complicare un poco le cose, aumentando il rischio di equivoco, c’è anche l’espressione ‘sto cazzo. Che, si badi bene, non è la forma al singolare di ‘sti cazzi e quindi non spendibile col medesimo significato. ‘Sto cazzo indica, in maniera abbastanza iperbolica, “nulla”. Il momento della pronuncia è solitamente accompagnato da un gesto delle mani che, partendo all’altezza del viso, descrivono un’ampia parentesi nell’aria che termina inequivocabilmente vicino all’inguine. Es: – Cosa mi regali per Natale? – – ‘Sto cazzo! –
In questo post ho fatto una lezione di lingua italiana? Sì, lo so cosa state pensando… Bene! L’avete usato nell’accezione giusta!
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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