Oggi le mie ombre rosse la prendono male, la buttano in filosofia, leggono le notizie e riflettono su presunte crisi della cultura occidentale, sono pessimiste, rompono le balle. Sarà che io sono da un bel po’ di giorni chiuso in casa con un ginocchio rotto e la cosa le deprime. Ohé, bisogna stare attenti alle vere cause anche delle più profonde e apparentemente razionali forme di malinconia. Achille Campanile nel prologo di uno dei suoi romanzi dissolve in un cucchiaino di bicarbonato diluito in mezzo bicchiere d’acqua tre o quattro pagine di preparazione al suicidio del suo personaggio: dopo avere bevuto l’intruglio, ogni motivo di rifiuto della vita, in un altrettanto razionale percorso, si destruttura e si ricompone in uno stato di motivata felicità. Sembrava depressione, noia della vita. Ed era acidità di stomaco. Non so se sia così anche in questo caso, è che certe cose tutte insieme mettono malumore. A esempio l’operaio che dopo l’operazione al fegato non ritrova il suo posto di lavoro. Il padrone dice che si era sbagliato, che forse c’era stato un equivoco. Non credo che il principale se la sia fatta addosso per le due ore di sciopero. In tempi di rapporti sociali e di ricchezza più equilibrati rispetto agli attuali, magari per una cosa del genere si sarebbe preso in considerazione uno sciopero generale nazionale. Io credo comunque che l’ “equivoco” sia stato scoperto solo perché qualcuno l’aveva fatta troppo sporca e la notorietà improvvisa del caso ha dato un po’ di fastidio. Ma evidentemente questa neo cultura padronale si sta affermando. Il capitale non serve più anche e soprattutto a creare lavoro. La necessità di impiegare forza lavoro in un rapporto disciplinato da leggi e altre regole è una fastidiosa necessità da limitare quanto più possibile. Su questa vicenda ho letto i commenti dei lettori sui vari siti giornalistici e su qualche account Facebook. Brulicavano di irrazionali estremismi da una parte e dall’altra, erano l’espressione della pancia occidentale così come si agita in questi disperati anni, flatulenze più che commenti. Trattavano un episodio emblematico della decadenza del controllo del sindacato e del potere dello Stato sui rapporti di lavoro, nello stesso linguaggio e con le stesse argomentazioni usati per quelli che ammazzano i gattini: io a quello gli farei così e cosà. Turpe azione, quella di ammazzare i gattini: ma richiede riflessioni diverse, più orientate verso psichiatri e carabinieri che su questioni di sistema. Qui è una faccenda diversa. Le mie ombre rosse, sarà per il ginocchio scassato, ci hanno visto addirittura un crollo di valori antichi quanto il cucco (a proposito: quanto sarà antico il cucco? E che cos’è il cucco?). Roba tipo Erasmo, Shakespeare, Kant e l’Encyclopédie sostituiti dalla dittatura dei like. La consolante metodologia scientifica dell’economia politica di Marx, dell’evoluzionismo di Darwin, il sistema della psicologia freudiana scalzati da opinioni espresse da una rete apparentemente orizzontale ma in realtà manovrata da sapienti manipolatori molto verticali. Dice, ma non ti basta che quell’operaio lo riassumono? No, non lo dovevano licenziare. E’ stata un’offesa non solo a lui, non solo ai suoi compagni di lavoro, ma anche a tutti noi, cioè a un sistema che stiamo disperatamente tenendo insieme perché attraverso le prime crepe si intravvedono alternative che fanno paura. Cosa volete, oggi le mie ombre rosse l’hanno presa così.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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