Non credo sia giusto impedire a un politico di tenere una manifestazione in una qualsiasi città. Tutti hanno diritto di parola, anche se dicono stronzate. La guerriglia che ha accolto Matteo Salvini a Napoli rientra nella casistica delle sciocchezze con effetti controproducenti per chi le ha avallate, nel caso in questione il sindaco De Magistris.
La bagarre napoletana consente a Matteo Salvini di vestire i panni della vittima, dell’uomo pacato (!) alle prese con un gruppo di scalmanati intenzionati a sbatterlo fuori dalle sacre mura. Ciò fa quasi passare in secondo piano le frasi offensive pronunciate dallo stesso Salvini nei confronti dei napoletani quando la sua Lega pensava ancora a spaccare l’Italia in due, il Nord degli onesti lavoratori da una parte e il Sud sanguisuga dall’altra. Non basta essersi scusato diciotto volte per poter credere a un cambiamento. Salvini è lo stesso di prima, ha solo fiutato la possibilità di rastrellare voti terroni (che sempre voti sono) grazie alla posizione intransigente sugli immigrati che gli ha consentito di raggranellare consensi anche al sud, isole comprese.
Detto ciò, non è pensabile negare il diritto di parola a Salvini. E Napoli, con le sue autorità locali, non poteva pensare che il leader della Lega si sarebbe lasciato sfuggire l’occasione di guadagnare facile pubblicità dalle molotov, dalle auto in fiamme, dalla bagarre. Non è certo questa la soluzione migliore per frenare l’avanzata di Salvini, sempre più consapevole che il vuoto creatosi nella destra italiana insieme ai capricci della sinistra può favorirne l’ascesa verso orizzonti finora impensabili.
Eppure il modo per evitare tutto questo casino ci sarebbe pure stato. Imporre a Salvini di organizzare la sua manifestazione martedì 7 marzo alle 20.45. Con Napoli-Real Madrid al San Paolo avremmo avuto Salvini che parla a un gruppetto di bauscia in trasferta di lavoro, nessun corteo di protesta e forse un trafiletto sui giornali il giorno dopo.
Da Mattarella a Zelensky passando per Sanremo.
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
Un rider non si guarda in faccia (di Cosimo Filigheddu)
Ciao a Franco dei “ricchi e poveri”. (di Giampaolo Cassitta)
La musica che gira intorno all’Ucraina. (di Giampaolo Cassitta)
22 aprile 1945: nasce Demetrio Stratos: la voce dell’anima. (di Giampaolo Cassitta)
Ha vinto la musica (di Giampaolo Cassitta)
Sanremo non esiste (di Francesco Giorgioni)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.023 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design