Incuriosito dal putiferio scatenato dai candidati scelti per la Sardegna dal nuovo partito di Piero Grasso, sono andato a vedermi il sito internet di Liberi&Uguali per saperne qualcosa di più. Sulla home ho trovato solo foto di Grasso, dichiarazioni di Grasso, proponimenti di Grasso: l’idea che ci si fa dal sito web è di un partito tagliato su misura del suo fondatore. Liberi&Uguali, ma anche liberi di scegliere come credono, per carità. Mi era sembrato di capire, seguendo le cronache politiche, che la necessità dell’ennesimo partito di sinistra fosse una risposta al cedimento del Pd alle logiche dell’uomo forte. Un partito nelle mani di un segretario, Matteo Renzi, che ne è il vero padrone, essendo stato nello stesso tempo segretario e presidente del Consiglio, ma anche il giustiziere del suo predecessore Letta. Un segretario che continua a mantenere la sua posizione nonostante la cocente sconfitta al cruciale referendum istituzionale, sconfitta che doveva essere l’ultimo atto del suo impegno politico. Così promise, salvo poi ripensarci. Un segretario che governava in società con discussi ed ambigui esponenti di altre aree politiche e che sull’idea della società multirazziale, negli ultimi tempi, mostrava posizioni contraddittorie. Contro questo strapotere, una parte dell’area progressista ha iniziato a prendere le distanze, non riconoscendosi più nel leader. E siccome a sinistra è sempre una gara a chi è più di sinistra, qualche mese fa Piero Grasso ha annunciato l’uscita dal Pd e prima di Natale ha fondato Liberi&Uguali, passando come usa in questi casi dallo studio di Fabio Fazio. A me Grasso è sempre sembrato una persona molto perbene e sono tuttora convinto lo sia. Solo che io diffido dei progetti politici che nascono sotto le elezioni, con rapidissime gestazioni, sotto il controllo di un’unica persona. Non è forse successa la stessa cosa nel 1994, con la neonata Forza Italia di Silvio Berlusconi? Un partito lanciato in tre mesi e portato a vincere le elezioni senza avere una storia, se non quella personale dei promotori. Con Liberi&Uguali è stato così. Ma se un elettorato di centrodestra accetta la figura del capo e anzi la auspica, a sinistra i rappresentanti dovrebbero essere espressi da processi partecipati che non possono esaurirsi in due mesi. Leggevo con un certo stupore l’incontenibile entusiasmo di chi, tra i miei amici, aveva deciso di far parte di Liberi&Uguali. Anzi, mi spiego meglio: non era l’entusiasmo a rendermi perplesso – l’entusiasmo è sempre un bello stato d’animo – ma l’assoluta mancanza di dubbi, la certezza granitica di essere nel giusto e di rappresentare davvero gli ideali della sinistra. Diciamo pure che è una spocchia che si intercetta spesso, in quegli ambienti. Una dose maggiore di prudenza mi sarebbe sembrata atteggiamento più saggio, dato che il proliferare di sigla di sinistra, nel passato, spesso ha prodotto solo confusione. Infine, una settimana fa, è arrivata la doccia fredda delle candidature imposte dal continente, con tanto di appelli dei candidati sardi scavalcati da nominati designati dalla segreteria centrale. La conferma di un partito rigidamente controllato dal vertice, oltre le aspirazioni e la visibilità dei territori. Io ho sempre più l’impressione che di politica sia rimasto poco, oltre al marketing. Le indagini di mercato dicono che c’è spazio per un nuovo partito di sinistra? Facciamolo. Le indagini di mercato dicono che c’è spazio per un nuovo partito indipendentista? Facciamolo. Poi qualche idea su come farli, cammin facendo, ci verrà.Grass
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.012 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design