Clamorosa e inattesa crisi per la redazione di Sardegna Blogger. La spaccatura all’interno del gruppo -che sembrava affiatato- si è consumata in seguito all’infuocata riunione convocata ieri per analizzare nei dettagli la vicenda che ha portato alla ribalta il Sindaco di Olmedo, Marcello Diez: l’ordinanza da lui emanata per regolamentare, tra le altre cose, l’uso dello sguardo come mezzo per veicolare messaggi di sfida. Per l’occasione, e non era mai accaduto neppure per i numerosi pranzi e cene consumati finora, ogni membro ha partecipato all’evento: coloro che non hanno partecipato “corpore presente” erano collegati in videoconferenza. La tensione è stata visibile sin dalle prime battute. I bloggers hanno subito iniziato a guardarsi in cagnesco appena Luca Ronchi, che aveva chiesto l’incontro, ha finito di esporre la sua proposta: scattarsi un selfie con gli occhi in primissimo piano, per simboleggiare la sfida di Sardegnablogger all’ordinanza anti sguardi. Ronchi stesso ha però irritato i presenti, contribuendo al precipitare della situazione, nel momento in cui ha chiesto agli altri di fare presto, visto che alcuni amici lo aspettavano al porto di Palau per salpare alla volta della Spiaggia Rosa, dove li attendeva una battuta di pesca alle occhiate. Fiorenzo Caterini, dopo aver telefonato in segreto ai colleghi della Forestale di Palau per segnalare l’abuso, ha subito dichiarato che era d’accordo con la proposta del Ronchi e che non vedeva l’ora di farlo. Romina Fiore, sistemandosi il mascara ha detto: “Piuttosto che tirarmi indietro, mi faccio cavare un occhio” Antonio Musa, contrario, ha detto che lui non vedeva per quale motivo scegliere la linea dura inimicandosi l’intera amministrazione olmedese. E che avrebbe fatto un occhio nero a tutti quelli che non erano d’accordo con lui. Marco Zurru, la cui connessione a internet già difettava rendendo inascoltabile l’audio e di cui ci eravamo rassegnati a leggere il labiale, stava per rilasciare una dichiarazione quando la scheda video del terminale ha dato forfait. A tutti è sembrato che stesse per dire “is callonisi”, ma si attende il ripristino del collegamento per averne certezza. Marco Pitzalis, che aveva posto come condizione per partecipare, che la sua immagine venisse proiettata su un maxi schermo, giunto il suo turno ha detto che lo sguardo del sociologo non può indagare i fenomeni duali come uno scambio di sguardi, e che per quello sarebbe stato meglio rivolgersi a uno psichiatra o a un consulente matrimoniale. Dopo di che, con un laconico “minca mia a tottusu”, ha spento la videocamera ed è scomparso alla vista. Roberto Bolognesi, in audioconferenza, si è subito detto perplesso per l’entusiasmo del Ronchi. Poi però ha spiegato le vere ragioni del suo forfait: la sera prima aveva preparato il pollo alla creola e lo aveva condito con numerosi peperoncini Madame Bonnet: a un certo punto gli erano passate sullo schermo del PC le immagini di un acceso dibattito tra Corraine e Marco Travaglio. Incredulo si è subito stropicciato gli occhi, convinto di avere visto male, ma quando si è reso conto che Travaglio stava discutendo con Paolo Liguori, di cui Corraine è sosia, era troppo tardi. Il peperoncino aveva già fatto effetto, e lui non se la sentiva di apparire in foto con due occhi che sembravano due pomodori di mare. In diretta telefonica da Siniscola, Adriano Boi-Piras, interpellato, ha affermato: “Ma siete matti? Non mi avete visto finora e pensate che per una minchiata simile io mi faccia un selfie e ve lo mandi?” Poi è partito con una filippica a favore dell’indipendentismo ma contro ogni movimento indipendentista, finchè qualcuno (non visto, ma probabilmente si tratta del Caterini) non ha sparato un colpo di pistola contro il cavo che alimentava il monitor. Savina Dolores Massa, giunto il suo turno, si è scusata di non poter aderire all’iniziativa ma -ha detto- da quando ha scoperto che anagrammando il suo nome viene fuori l’arcana formula “Vano salmo sa dir a sè S”, si sta scervellando per capire il significato di “S”, e dunque non ha tempo per le cazzate dei colleghi. Andrea Viola si è detto indisponibile poiché -a suo modo di vedere- ogni cosa detta contro altri sindaci potrebbe far pensare che Fasolino non sia l’unico a fare cazzate. Un rischio che lui non può permettersi di correre. Daniele Guido Gessa ha detto –scusandosi- che non può sbilanciarsi, poiché il circolo dei sardi a Londra -di cui egli fa parte- lo tiene d’occhio, e gli ha giurato che alla prossima cazzata fatta con Sardegnablogger verrà sbattuto fuori. Massimo Ragnedda ha prima chiesto se per caso il Sindaco di Olmedo fosse renziano; informato della grande ostilità di Marcello Diez per il Premier, ha detto: “ma quello è un sindaco di larghe vedute, altro che attaccarlo, vado a scrivere un pezzo per ringraziarlo”. Gavino Ricci si è rammaricato di non poter partecipare all’iniziativa ma -avendo perso anche l’ultimo elastico per i capelli (usa un modello rinforzato, in kevlar e titanio) ed essendo la sua compagna in viaggio di lavoro- non ha nessuna possibilità di scattarsi un selfie senza che i suoi boccoli gli vadano davanti agli occhi coprendone lo sguardo. Per tenerli raccolti gli occorrono due mani e il suo cellulare non possiede la funzione autoscatto. Quindi, niente selfie. Gavino Minutti ha preferito declinare l’invito. Ha fatto presente che l’ultimo pranzo di redazione risale ad Aprile, che una redazione che si rispetti non può perdere tutto questo tempo dietro i fatti di cronaca, le notizie, gli scoop, e che se è vero che l’occhio vuole la sua parte, lo stomaco e il fegato non sono da meno. Per cui, niente pranzo, niente selfie. Il motivo vero, secondo voci piuttosto insistenti, è invece la sua impressionante somiglianza con Luiz Felipe Scolari. La volontà di non essere scambiato per l’ex CT del Brasile, col rischio di subire pesanti sbeffeggiamenti, lo sta inducendo a mantenere un profilo basso. Nardo Marino si è tirato indietro scusandosi, ma ha detto che dopo le foto nella casa di Babbo Natale a Golfo Aranci, è finito nell’occhio del ciclone e non intende peggiorare le cose. Maria Dore ha dichiarato: “steddhi mei, io aderisco, basta che l’articolo di ringraziamento per i 6000 fans lo fate scrivere a qualcun altro”. Non ottenendo sufficienti garanzie ha salutato scocciata, con un laconico “vedetevela voi”. Francesco Giorgioni infine, tra tutti il più motivato, ha spiegato le ragioni della sua adesione con queste parole: “Uno dei cognomi più diffusi nel mio comune è Occhioni; non posso tirarmi indietro. Lo faccio per il mio paese”. Le sue spiegazioni hanno destato profonda perplessità nei colleghi. Qualcuno ha ipotizzato che fosse in debito d’ossigeno per qualche pedalata di troppo; altri hanno scomodato l’improvvisa ondata di caldo che ha colpito Arzachena. Fatto sta che i tre favorevoli all’iniziativa avevano necessità di guadagnare consensi, e pur diffidenti, hanno finito per accettare il suo autoscatto. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Speriamo che serva di monito a coloro che vogliono indurci ad abbassare lo sguardo. Avvidecci sani. La Redazione.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
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Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
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