Oggi Sardegnablogger inaugura una nuova rubrica. Dopo “L’Agenda Scorsa”, dove focalizziamo l’attenzione sull’avvenimento storico della data odierna, rivisitandolo in chiave narrativa e non stereotipata, oggi si aggiunge un altro impegno quotidiano, che abbiamo voluto chiamare “Il Protagonista del Giorno”. Raddoppiamo, insomma, il nostro impegno volontario per una informazione libera da barriere mentali, pregiudizi e padroni. Inaugura la rubrica, come personaggio del giorno, il Lettore di Sardegnablogger. Colui che ci legge, ci segue, ci apprezza oppure ci critica. L’occasione ci è data da una lettera di ringraziamento di un nostro lettore, inviata ad un componente della redazione, che abbiamo inteso, in generale, come rappresentativa di un modo di essere e di proporre la propria intima appartenenza, come valore unico e positivo nel rapportarsi con il mondo. (NdR).
Salve Dott. Caterini Sono un giovane di 28 anni. Nel 2013 in preda alla disperazione, in concomitanza con una serie di sventure economiche dovute alla crisi che ha interessato la Sardegna nell`estate odiosa del 2012, e che ha fatto si che lavorassi non ricevendo alcuna retribuzione per mesi di fila, decisi con una scelta radicale di abbandonare la mia terra. Allora reputavo questa scelta come non più negoziabile, perché dettata dal bisogno quasi basilare di sopravvivenza, ritenendomi ormai un peso insopportabile soprattutto per la mia famiglia. Ebbene scelsi come destinazione, con i pochi risparmi di anni di lavoro, una meta lontanissima, la Nuova Zelanda. Viaggiai per due anni a cavallo tra quest`ultima, l`Australia, e la Thailandia lavorando e togliendomi soddisfazioni che fino a pochi anni prima ritenevo desideri irrealizzabili. Ebbene ciò che mi diede l`entusiasmo necessario per stare lontano da casa e la forza per sopportarlo fu la gioia con cui narravo la mia terra a chiunque potessi, del suo essere così bella e brutale, complicata ed essenziale, la gente, i costumi, i primati, il cibo, i panorami e mi resi conto che tutto ciò che così spontaneamente incarnavo, per gli altri era motivo di suggestione, in ogni caso reputato un valore aggiunto alla mia persona: mi sentivo di valere molto senza sforzo alcuno. Così mi resi conto che la cultura che in me dimorava fu lo stesso salvagente, di lusso, in grado di potermi tenere a galla in un`oceano sconosciuto e turbolento, e che questo lo dovevo all`ambiente che mi fece nascere, che mi nutri` ma che nonostante questo fece di me una persona disperata dentro una prigione d`oro. Fu proprio allora, nonostante gli inviti a proseguire le mia permanenza in quei luoghi da parte dei miei datori di lavoro, che scelsi di tornare, perché in fin dei conti scappare con la mia terra dentro senza poterla assaporare si stava rivelando via via un peso, un`amputazione dolorosissima. Da allora ogni giorno mi dedico costantemente alla distruzione di quelle barriere, se vogliamo ideologiche e fittizie, che hanno permesso che giovani senza alcuna colpa come me fossero costretti a ritenersi inadeguati, e che solo dopo ho compreso frutto di stratificazioni accumulate in maniera odiosamente insensata. Mi impegno tuttora in prima persona a diradare cortine di fumo che fanno della mia terra un posto infelice quando posso affermare, con certezza ormai, che sia uno degli ultimi paradisi antropologici e ambientali residui sulla terra, ma soprattutto in Europa, omphalos della civiltà mondiale. Quando leggo che qualcuno, a maggior ragione incarnante la pomposità di colui il quale, legittimato, sentenzia, in questi termini facili, odiosi, maledetti, sulla mia terra e sulla mia gente, mi sento come quel giorno che chiusi la valigia e mi imbarcai verso l`ignoto, costretto a lasciare dietro di me quello che necessariamente sono. Le scrivo questo mosso da un desiderio fortissimo, quasi irrazionale, e mi scuso qualora risultassi inopportuno, per ringranziarla calorosamente per la bellissima lettera aperta che ha indirizzato al Procuratore Saieva, poiché credo che il motivo per il quale ho scelto di vivere in Sardegna, passi anche e soprattutto per le persone incantevoli con cui ho l`onore di condividere questa meravigliosa isola, delle quali lei è un esponente più che autorevole. Con profonda stima Stefano Lecca
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo. Il suo ultimo libro è invece un romanzo a sfondo neuroscientifico, "La notte in fondo al mare".
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