Sai Paola, qualche anno fa mi trovavo a Sassari in qualità di commissario esterno agli Esami di Stato e, durante la prima prova scritta, mentre i maturandi scrutavano con preoccupazione il loro foglio, chiacchieravo di alimentazione con una collega conosciuta lì. – Ma davvero? Anche tu sei vegetariana?? Che bello, anch’io! – mi aveva detto entusiasta. Dopo un paio d’ore avevamo ordinato i panini per il pranzo: – Per me con pomodoro e mozzarella – avevo affermato – Per me con prosciutto crudo e pomodoro – aveva detto lei Un po’ stupita le avevo chiesto: – ma non eri vegetariana? – – Eh, ma ogni tanto la carne la devo mangiare – aveva spiegato serafica. – Bellu cazzu ‘e arréjnu! – Non gliel’avevo detto, ma lo avevo pensato.
Quest’incipit, che sembra po’ astruso, alla fine avrà un senso.
Ordunque Paola, ho seguito un po’ le tue ultime vicende e quando ieri, leggendo che recriminavi su quanto l’esibizione in bikini avesse centrato l’obiettivo di denunciare un sistema dell’informazione seriamente malato e di un paese profondamente sessista, ho pensato ancora una volta: “Bellu cazzu ‘e arréjnu!”
Era necessario ricorrere a una foto in due pezzi, con punto focale sui glutei, per portare l’attenzione sulla lista Tsipras? Un po’ come se io andassi in classe e non facessi lezione o non assegnassi compiti per dimostrare che gli alunni sono svogliati. O un po’ come dire “certo che trombo, ma lo faccio in nome in nome della verginità”, no?
– Bellu cazzu ‘e arréjnu! – penseresti anche tu, ammettilo.
Ovvio che non voglio paragonarti neanche lontanamente alla Minetti, ma per un attimo decontestualizziamo le singole azioni dalle rispettive, quanto diverse, vite e carriere: perché se l’igienista dentale si fa fotografare con addosso un ridottissimo costume è una poco di buono e se lo fai tu sei un’acuta e sottile provocatrice che ha raggiunto l’obiettivo?
“Ho tentato in tutti i modi di guadagnare spazi mediatici per il nostro progetto politico, ma i media vengono agganciati solo da un bikini, perdendo completamente la testa. E’ gravissimo.” Hai affermato indignata quando è scoppiato il polverone.
Sai cosa io trovo sia gravissimo, invece Paola? Che una professionista come te, brava e competente come si dice in giro, soggiaccia alle dinamiche di una comunicazione malata e sessista che contestualmente denuncia. E la trovo anche cosa molto triste, a dire il vero.
Paola, che un culo attirasse l’attenzione lo sapevamo già, era lapalissiano. E dopo un ventennio di Berlusconi, veline e Grande Fratello non avevamo certo bisogno di quest’ultima performance per verificare e confermare ancora i gusti dell’italiano medio. Ma se sei un’esperta, brava e competente come affermano, perché non hai frugato nel cilindro e tirato fuori una strategia ad effetto che non si adeguasse a quel codice mediatico che a parole disprezzi e che, invece, coi fatti assecondi e rafforzi?
E’ evidente che disapprovo sentitamente gli insulti che ti hanno scagliato addosso, non hanno scusanti e ne prendo le distanze. Però continuo, parossisticamente, a leggere e rileggere le tue dichiarazioni sfiancandomi per trovare una motivazione un minimo razionale a giustificare ciò che hai fatto. E’ uno sforzo vano, Paola. – Bellu cazzu ‘e arréjnu! – continuo a ripetermi scuotendo la testa.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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