“Daje Maria Elena, ci risiamo!” penso mentre guardo il look sfoderato all’inaugurazione del Nuovo Teatro dell’Opera di Firenze, ennesima caduta di stile. Non avevi esordito affatto bene il giorno del giuramento con quel tailleur che, sebbene accollato e di foggia maschile, sembrava confezionato da un dermatologo. Sei una bella donna e hai una splendida forma fisica, innegabile, ma eri al Quirinale e soprattutto ti apprestavi a diventare Ministro, Santo Cielo!
Hai proseguito affidando ad un giornale una confessione a metà strada tra il piagnisteo di una zitella ed un appello scritto fra le lacrime ad una rubrica di cuori solitari: «Desidero molto trovare un compagno sono single da un anno e la vita di coppia mi manca. Torno tardi dal lavoro, la casa è sempre vuota. Sono lì da sola a bermi una tazza di latte e magari ho passato la giornata a discutere di emendamenti con uno dell’opposizione. Vorrei almeno trascorrere il mio tempo libero con qualcuno con cui sognare un futuro insieme». Ma puoi fare un’ammissione di questo tipo? Sei un Ministro, Santo Cielo!
Poi è arrivato il vestito rosso con le tette affacciate alla scollatura e le scarpe rubate ad una ballerina di lap dance. Non stavi andando incontro a una serata di bagordi con le tue amiche, era un’uscita ufficiale. E tu sei un Ministro, Santo Cielo!
Maria Elena, a me non scandalizza il tuo seno che straripa dal vestito, né i glutei inguainati dai pantaloni azzurri, esattamente come non mi turbava il culo della Bacchiddu. Un paio di tette e un paio di chiappe le possiedo pur’io, pensa se mi sconvolgono quelle altrui. Ciò che mi indigna è constatare che né tu né altri sappiate individuare la linea di demarcazione tra privato e ruolo istituzionale. Che ti piaccia o no la forma è anche contenuto. Che ti piaccia o no la capacità di adeguarti e stare entro il recinto che il ruolo esige la devi avere.
Non è certo mostrandoti con quell’abbigliamento inadeguato che sbatti in faccia al mondo il tuo essere donna, perché se è a questo che riduci anni di battaglie femministe, mi spiace deluderti Maria Elena, ma stai agitando una spadina di plastica fingendo che sia Excalibur.
Tu rispondi alle critiche affermando: «Cerco di reagire con il sorriso e di non farmi scoraggiare. Però se un attacco viene da una donna mi ferisce di più. Perché tutte le donne, in tutti i campi, sanno benissimo che per ognuna di noi, rispetto agli uomini, la fatica è doppia. Dobbiamo dimostrare di essere due volte più brave. Si dice sempre così, lo so, ma purtroppo non è un luogo comune».
Anche qui devo deluderti Maria Elena perché tu non hai affatto faticato il doppio per diventare ministro. Mi duole ricordare che appartieni ad una ricchissima famiglia toscana. Che tuo padre Pierluigi è un politico e un uomo di Banca. Un ex democristiano ora nel PD, che ha un posto al calduccio nel c.d.a di Banca Etruria e in più è dirigente della Coldiretti e della Cantina Sociale di San Giovanni Valdarno. Che tua madre Stefania Agresti è anche lei un politico del PD, vicesindaco di Laterina. Che tu lavori in un importante, rinomato, prestigioso e lobbistico studio legale “Tombari Laroma e associati” con un compenso annuo che supera i centomila euro. Permettimi di avere qualche dubbio nel credere che tu abbia fatto la gavetta e raggiunto il posto che occupi sbaragliando rivali a suon di competenze.
Vuoi davvero dimostrare che una donna capace riesce nel suo ambito di lavoro a fare quanto, e meglio, dei suoi colleghi uomini? Allora fammi una cortesia, adotta un contegno adeguato alla carica che ricopri e rimboccati le maniche per dare prova, con la tua capacità professionale, che io sono solo un’attempata cretina conformista.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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