Egregio Professor Conte,
capisco che questa non è la serata giusta per lei che stava per raggiungere un traguardo difficile ma sicuramente importante, però era nell’aria che questa prova quasi “titanica” potesse non ottenere il consenso del Capo dello Stato che, più volte e a più riprese, aveva mostrato una silente ma altrettanto eloquente “perplessità”. Capisco che c’era molta attesa intorno a questa prova difficile ma entusiasmante sotto molti profili però – e lo dico con estrema pacatezza – questo governo era destinato all’oblìo. E non per il Professor Paolo Savona, casus belli di una situazione più generale e complessa, ma per una serie di sgarbi istituzionali che si dovevano intravvedere da subito. Non si comincia un dialogo politico con un contratto, non ci si affida ad un tecnico sconosciuto per dei passaggi politici molto importanti e, soprattutto, non si va dal presidente della Repubblica convinti di trovarsi davanti ad un semplice Cancelliere che deve vidimare ciò che è stato deciso da altre parti. Egregio professor Conte, intimamente sono dispiaciuto per quel che è accaduto ma, mi creda, era tutto scritto. Ho la netta sensazione che Di Maio e Salvini, ben consapevoli di ciò che avevano promesso, non volevano che questo governo partisse. La sindrome dell’opposizione è ancora molto alta da quelle parti e loro non vogliono diventare establishment. Buona fortuna per il proseguo del suo lavoro. Adesso, a quanto pare, toccherà a Cottarelli.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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