Stamattina Michele Serra sull’Amaca (l’unico pezzo di Repubblica che leggo con curioso trasporto) faceva una serie di considerazioni sul ritrarsi della politica dalla società. Sono generalmente d’accordo con Serra e anche nel pezzo di oggi ho ritrovato cose che penso anche io. Serra dice che la politica si è come ritirata dalla sua missione e si è ridotta a fare l’amministratore di condominio. I condomini sono le Comunità internazionali, gli Stati nazionali egli Enti locali e quello che la politica fa, sa fare e si accontenta di fare, è far quadrare i conti. La nostalgia di Serra riguarda un’epoca in cui la politica faceva la Politica e produceva idee e azioni in grado di migliorare la Società. Ora invece le grandi azioni che aprono nuovi orizzonti, le compiono soggetti che stanno fuori dalla politica. Serra cita tre esempi: Don Ciotti per la legalità, Gino Strada in campo sanitario e Carlo Petrini in agricoltura. Tre cittadini, tre associazioni di cittadini, fanno quello che la politica dovrebbe fare e non fa. Io credo che certe cose la politica in realtà le abbia fatte meno di quanto Serra affermi, e che è sempre dalla società, dal basso, dal popolo, dalle persone, che vengono fuori i fermenti. Quello che la politica sapeva fare e non fa più, semmai, è leggere questi fermenti e dare loro una voce e un indirizzo. E questo limite della politica è connesso all’istinto di conservazione di una classe dirigente (non solo in politica ma anche nel calcio, nelle università, nello spettacolo, nei sindacati, in economia, nell’informazione, nell’editoria) che è stata bene e vuole continuare a stare bene. Le reazioni alla sentenza della Consulta sulle pensioni sono sintomatiche di questa autoreferenzialità della generazione che è classe dirigente e anche della incapacità della politica di leggere i fenomeni sociali. Siamo un paese in cui le risorse pubbliche, quelle che uno Stato deve usare per servire i cittadini, diminuiscono e vengono impiegate male. Mettere sul piedistallo i “diritti acquisiti” senza soffermarsi su quelli di chi prende 5000 euro al mese di pensione, avendo contribuito solo in parte all’accantonamento, e non riuscire a vedere il “bisogno di diritti” di una generazione che la pensione non la vedrà o ne vedrà pochissima, significa non sapere o non volere leggere i fenomeni per poi fare politiche sensate e adatte ai tempi. Ecco perchè Renzi sembra funzionare e la vecchia politica, specie a sinistra, sembra non esistere più o, quando si affaccia, si copre di ridicolo. Perchè Renzi, con un rischio molto alto di fare danni, sta provando a prendere a spallate quello che sembrava immutabile: i vecchi invece, da Berlusconi a Bersani, da Brunetta a Vendola, preoccupati solo dalla scomparsa del vecchio mondo in cui sono stati bene, non leggono i cambiamenti, non hanno il coraggio di farli diventare “temi”, e dimostrano così di non saper fare politica.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
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