L’attento e, tutto sommato, ancora “giovane” Barak Obama, si mostra entusiasta dei passi in avanti che la legislazione americana sta provando a fare riguardo all’utilizzo terapeutico del “THC” – Tetraidrocannabinolo, principio attivo più importante nella Marijuana. Ma Obama non vede solo questo, perché quello che vedono tutti oggi in America, sono i benefici non solo economici che, gli stati che per primi hanno legalizzato l’erba, stanno accumulando.
Un signor business che comincia a fare gola a molti, a partire dalle multinazionali del tabacco, già ben inserite nel settore, che a quanto pare si stanno addirittura preparando ad appoggiare le campagne per la legalizzazione, oltre agli stabilimenti che a produrre le “canne” serviranno. Poi verranno i campi, così come l’industrializzazione può concepire “i campi”, intensivi e possibilmente in paesi dove lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo è visto come manna che cade dal cielo. Niente di strano che, a seguire, non ci saranno poi anche tutte le fabbriche e l’indotto che i svariati usi ed utilizzi di ogni singola parte della pianta consentono, la plastica ed il petrolio non sono eterni e con la fibra della pianta di marijuana si possono ottenere materiali simili alla plastica ma molto più ecologici, resistenti e duraturi. Il dominio cinese sul cotone sarà sconfitto dai nuovi jeans di canapa, come molto probabilmente in origine era, se è vero che jeans deriva da “genoa” e questa è una vela. Dai Lewis Strauss agli Hempis Stoned.
Lascio da parte l’aspetto curativo e medicinale dei suoi principi attivi, aspetto questo sul quale ancora non c’è e non ci sarà a breve niente di confermato ma solo le eterne ed inutili contrapposizioni, ché la farmaceutica classica potrebbe prendere dei brutti colpi ma ha per ora la forza di evitarli e di continuare a pestare, lei. In Italia il ricorso a psicofarmaci è cresciuto vertiginosamente nel giro di pochi mesi ed è ora a livelli allarmistici, allarmi che non arrivano perché è di mastodontici flussi di denaro che gira, che stiamo parlando. E’ di una informazione che adora gli “standards” ed i “format” ma odia la verità, che parliamo.
E’ già tutto pronto, “legalizzazione si” ma “controllata”, che è uguale a “lberalizzazione fasulla”; un business che se distribuito creerebbe economia per moltissimi poveri, sacrificato invece alla sintesi ed alle manipolazioni di pochi già fottutamente straricchi, come la Monsanto, che ha pronti da un pezzo i semi transgenici e chissà quali altre mutazioni di quei principi attivi, che mica li ha inventati Einstein, ma una signora che si chiama Natura e che a fare le cose ci mette anche delle ere, ma le fa nel modo migliore, ineguagliabilmente.
E pure gli esperti non mancano, negli States, immaginate voi quante belle piantine di Budda-Grass si saranno visti parare davanti, i marines in pattuglia nei campi diThành phố Hồ Chí Minh o di Chiang Mai? Molti di loro si sono anche persi, inseguendo palline di oppio e i suoi derivati.
Dopo avere proibito a mezzo mondo di coltivarla, questi se ne prendono tutti i benefici e lo fanno ancora una volta sacrificando la ragione stessa dell’esistenza di quella pianta, non permettendo che l’efficacia ed i benefici possano arrivare a tutti ma rendendone commercializzata e commercializzabile la filosofia, l’essenza. Preoccupante poi, oltre a questa sorta di “new-Prohibitionism” –spinta anche dalla sempre più diffusa consapevolezza- è la deriva destrorsa che si sta rintuzzando e ripresentando, pericolosamente, in tutta Europa e negli States, fra poliziotti dal grilletto facile e sanguinari torturatori in divisa, mai pentiti. E’ questo fascismo che avanza ma anche il silenzio tutto intorno, a crearmi disagio. Responsabilità dei magistrati si, ma no alle matricole sulle divise “antisommossa”, sembra niente, ed invece è tutto. E’ il chiaro disegno di chi vuole che non a tutti quelli che sbagliano la si debba fare pagare e così stanno facendo.
E così pagheranno sempre, più di tutti e per tutti, gli ultimi, quelli costretti a guardarla soltanto, sgabuzzando dal confine, l’erba del vicino e loro sempre più al verde.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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