A guardarle adesso quelle parole gettate tra la musica e la voce roca ci verrebbe da dire: a Leonard Cohen qualcuno il Nobel glielo poteva pure dare. Anche perché, a differenza di Bob Dylan lui scrittore lo è stato per davvero e, soprattutto, aveva già vinto dei premi letterari come, nel 2011 con il premio Principessa della Asturie che, nel 2012, andrà a Philip Roth, l’eterno papabile al premio Nobel. Però, a guardarlo da un’altra angolatura, quella dei miei vecchi Lp addossati come stanchi elefanti nel mobile antico, Leonard è stato un grandissimo interprete, una voce bellissima che, per anni, non avevo mai ascoltato. Mi bastava De André. Fu il cantautore genovese a farmi conoscere questo canadese strano e insolito. Fu la canzone “Suzanne” che riuscì a catalizzare la mia attenzione. Bellissimo testo e rotonda voce di Fabrizio De André. La curiosità mi portò ad ascoltare l’originale: quella cantata, appunto, da Leonard Cohen. E solo allora capii la grandezza dell’uomo di chi, davvero, cammina con la voce dentro le note musicali, di chi, davvero, riesce a ballare tra le parole giocando con una voce bellissima e unica. Leonard Cohen è stato un uomo difficile, complesso, come solo certi uomini riescono ad essere, probabilmente impossibile come le cose che scriveva e cantava. Ha sofferto di depressione, si è avvicinato al suicidio. E’ stato una poesia gettata tra le montagne russe della vita, è stata la colonna sonora di una generazione. Lo hanno cantato in tanti, pochi son riusciti ad avvicinarsi: De Andrè sicuramente, con Suzanne e poi con Nancy e una bravissima Ornella Vanoni che ha cantato una non conosciutissima Famous Clue Raincoat. Leonard Cohen è stato cantore, poeta, scrittore, voce struggente e io, come ricorda anche Francesco De Gregori in Marianna al bivio, Suzanne non l’ho mai dimenticata. Vi dirò di più: alcuni capitoli del mio ultimo libro l’ho scritto ascoltando il suo ultimo disco “You want it Darker” e, visto che ci stava con il tema trattato, ho chiuso con la bellissim Hallelujah. Riascoltatela o, se non lo avete mai fatto, ascoltatela per la prima volta. Capirete cosa è la poesia, la musica, la canzone, la voce. Capirete perché Leonard Cohen è stata una collina radiosa arrivata sino al mare: un bellissimo pentagramma che ha riempito un bel pezzo di vita.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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