Oggi, purtroppo, ho suscitato l’irritazione del sottosegretario alla Cultura Francesca Barracciu.
Me ne rammarico fortemente.
La suddetta aveva postato sulla sua pagina il primo piano di un panino a mortadella, rimettendo al giudizio dei suoi seguaci un assillante dubbio che lei ha originalmente descritto come “amletico”: meglio mortadella o Nutella per imbottirci la rosetta e “riconciliarsi col mondo”, riconciliazione da compiersi nelle “poche e preziose ore di relax” strappate ai suoi incessanti impegni istituzionali?
Apprezzando l’ironia della esponente del governo Renzi, ho condiviso la sua foto chiosandola col commento “la dura vita dei sottosegretari”.
Purtroppo la Barracciu si è offesa. Sulla sua pagina mi ha accusato di essere stato “molto pesante” e di difettare di intelligenza, poiché non in grado di apprezzare la sua ironia. Eppure anch’io volevo essere ironico.
Avevo cercato di esserlo anche quando ho condiviso l’autoscatto della sottosegretaria davanti ad un bronzo di Riace, quello in cui lei sfidava chiunque a trovare “un compagno di selfie più in forma di questo”. Mi ero astenuto, invece, dall’intervenire su un suo brillante post di qualche giorno fa, quando sostanzialmente auspicava che i responsabili dell’incendio in Campidano venissero puniti.
Ma torniamo al panino.
Al referendum popolare tra Nutella e mortadella transitato oggi sulla bacheca della Barracciu, intervallato dal suo scatto contro di me, si è aggiunta anche una serrata discussione sul diritto all’ironia.
Un seguace della pagina, evidentemente incuriosito, ha chiesto chi fosse quel “Francesco Giorgioni” citato nel commento dalla Barracciu: gli ha risposto un’incaricata – ha commentato ogni post del pomeriggio, quindi suppongo si sia attribuita un ruolo da portavoce – invitandolo a sorvolare perché secondo lei sarei stato “già asfaltato” dalla tenutaria della pagina Facebook, con le sue acute osservazioni sulla mia mancanza di ironia e intelligenza.
Al che, la mia collega di Sardegnablogger Romina Fiore è intervenuta nel dibattito, chiedendo alla “portavoce” perché ritenesse offensivo il mio commento.
Ed è in quel momento che si è scoperto che la “portavoce” non aveva la minima idea di cosa io potessi avere scritto. In sostanza, difendeva la Barracciu ma senza sapere da cosa la stesse difendendo. Cos’altro aggiungere?
Sommando tutti gli aspetti di questo spiacevole incidente, sono arrivato a concludere che in tempi recenti sia stato a mia insaputa emanato “L’Editto di Sorgono”. Un provvedimento che autorizza all’uso dell’ironia il sottosegretario Barracciu, vietandolo però a chiunque altro.
Ed è davvero molto frustrante essere privati di questa facoltà, leggendo il referendum tra mortadella e Nutella indetto dal sottosegretario alla Cultura.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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