Sei anni fa moriva Tommaso Padoa Schioppa. Fu un economista con ruoli nelle più alte Istituzioni europee, ultimo il ministero delle Finanze nel breve governo di Romano Prodi nato nel 2006.
In pochi, però, lo ricordano per la sua carriera politica e le sue pubblicazioni, quasi tutti si ricordano di lui per un’opinione espressa nel 2007, durante una chiacchierata televisiva con Lucia Annunziata. “Dovremmo avere il coraggio di dire che le tasse sono una cosa bellissima e civilissima”.
Gli piovvero addosso insulti e anatemi da tutto l’arco costituzionale: come si poteva avere l’audacia di sostenere che fosse bellissimo riconoscere una parte dei propri guadagni all’odiato fisco?
Certo, la faceva facile lui, burocrate dei conti statali e ricco funzionario lautamente retribuito dagli enti pubblici. Cosa ne poteva sapere di chi fa i salti mortali per riuscire a pagarle le tasse, senza privarsi di pranzo e cena?
Io invece ho sempre trovato che in quelle parole ci fossero la serietà e il coraggio di un uomo politico capace di dire la verità senza cercare il consenso facile. In tempi in cui le campagne elettorali sono una sfida a chi la spara più grossa, tra chi promette che toglierà questa o quella tassa, un politico ci ricordava che se i nostri figli vanno a scuola, se le loro aule sono riscaldate e se c’è chi pensa alla loro istruzione, se esistono le strade per poterceli portare, a scuola, se la mattina i netturbini vengono a raccogliere la spazzatura al portone di casa, se tutto questo accade è solo grazie al contributo di ciascuno di noi. Certo, ci sarà sempre chi vi dirà che le tasse servono solo a mantenere l’inutile amministrazione pubblica o a pagare le indennità di superflui parlamentari, ci sarà anche chi vi dirà che le tasse sono un furto perpetrato dallo Stato ai danni dei cittadini. Non c’è dubbio che in troppi pagano troppo, anche per chi di tasse non ne paga affatto, e non so se il principio della progressività sancito dalla Costituzione venga rispettato.
Ma, chiedo, esiste un altro modo per convivere civilmente, se non quello di contribuire a questa convivenza, ciascuno per quel che può? Padoa Schioppa venne accusato di essere uno snob, lontano dalla gente e dai suoi bisogni.
Ogni giorno, i servizi sociali del Comune in cui sono residente ricevono le richieste di gente che non ha abbastanza neppure per sfamarsi: si chiamano estreme povertà. Con le tasse si pagano anche i loro pasti, alloggi per i senza dimora, l’essenziale per garantire la sopravvivenza e un minimo di dignità. Con le tasse di pagano le pensioni agli invalidi civili e il diritto alla vita sociale di chi, che piaccia o no, non è in grado di provvedere a se stesso.
Le tasse servono anche a questo, casomai qualcuno se ne fosse dimenticato. Per questo trovo molto più snob chi sostiene che le tasse siano solo un furto, anziché chi ha avuto il coraggio di ricordare che, in una società basata sulla convivenza civile, di questo sacrificio non si può fare a meno.
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