Viva Fleming!
No, coglioni!
Non Ian Fleming: che cazzo c’entra James Bond?
Alexander Fleming: lo scopritore della penicillina.
Dopo tre giorni di penicillina sono praticamente guarito ed eccomi qua.
Le scorie nucleari…
Diciamocelo chiaro: da qualche parte devono finire.
Se non è giusto che finiscano in Sardegna–da un punto di vista morale–figuriamoci se è giusto che rimangano in circolazione ad ipotecare il futuro di gente che nemmeno ci conosce: i nostri discendenti.
Ormai la frittata è fatta e a i Sardi si può almeno rimproverare il fatto di essere scemi: dal 1948 a questa parte la Sardegna è all’interno di un sistema democratico e i rappresentanti della Sardegna sono stati eletti da allora in modo democratico.
I sardi sono stati regolarmente inculati dagli italiani?
Ma no?
Ma va?
E loro–loro i sardi–chi hanno votato per evitarlo?
Invece ai nostri posteri non possiamo proprio rimproverare nulla: non esistono neppure.
Eppure dovranno fare i conti con le scorie nucleari che “noi” gli lasceremo
.Ai sardi si può almeno rimproverare di essere stati scemi: si son lasciati fare tutto e peggio che tutto.
Mi torna in mente quella barzelletta di Gramsci che non ricordo mai dove l’ho letta (italiano di Sardegna):
I banditi assaltano la casa di un possidente e la rapinano. Visto che ci sono, mentre gli altri portano via la roba rapinata–a turno–violentano la moglie del possidente.
Quando se ne vanno i banditi, il possidente comincia a picchiare sua moglie.
–Ma perché mi picchi? Mi hanno violentato. L’hai visto anche tu!
–Si, è vero, ma tu muovevi il culo!
Penso che questa barzelletta del nostro ghilarzese renda bene l’idea di come i sardi–la nostra classe dirigente bagassa, ma solo quando ne ha l’opportunità, e i loro elettori–si siano sempre comportati di fronte agli abusi che gli italiani–BRAVA GENTE!–hanno sempre compiuto.
Non faccio il riepilogo–ai miei lettori non serve–ma “servitù militari” lo dico.
Bagassa, ma poi basta dire: “Mi hanno violentato!”
In Sardegna funziona!
Allora, torniamo alle scorie nucleari.
A Iglesias ci starebbero benissimo.
Sprofondate in fondo alle gallerie più profonde delle miniere di Iglesias, quelle scorie non minaccerebbero più il futuro dei nostri discendenti innocenti.
Questi sono fatti, gioventù!
Di cosa siano fatti non lo so, ma sono fatti.
Fin qui: logica elementare.
Le scorie finirebbero a centinaia di metri sotto il livello del mare, in una zona non sismica e poco popolata.
MAGNIFICO!
Tutta l’Europa potrebbe liberare i propri discendenti dalla minaccia delle scorie nucleari!
I nostri discendenti sono innocenti: sarebbe giusto e sarebbe nobile.
Ma c’è un problemino.
Di chi cazzo sono le scorie?
Le scorie nucleari dei sardi–volute oltretutto dai sardi–quante sono?
E quante sono quelle degli altri, volute e realizzate dagli altri?
Insomma: in questi giorni ho visto circolare ragionamenti basati sul famoso NIMBY: not in my back yard.
I sardi dovrebbero confrontarsi con questa mentalità: farebbero parte del club dei produttori di scorie, ma non vorrebbero assumersene le conseguenze.
Scusate cari amici sardi-in-buona-fede-ma-rincoglioniti-dalla-cultura-italiana, qui proprio non c’è questione di NIMBY.
I sardi il “back yard”, il cortile di dietro, nemmeno ce l’hanno, visto che non sono tra i produttori e consumatori di scorie nucleari, oltre a quelle necessarie in alcune terapie e che possono tranquillamente stoccare a Campo Pisano, sotto il livello del mare.
Qui la questione è completamente diversa.
A partire da Hiroshima, della gente scema, arrogante, criminale ha prodotte un mare di scorie nucleari.
Adesso–col senno di poi–vogliono liberarsene, perché gli esseri umani, nel loro complesso, sono un po’ meno scemi che prima di Cernobyl.
Questi figli di bagassa vogliono liberarsi di queste scorie e non sanno come fare.
Da buoni criminali, cercano di fottere gli altri.
Anziché prendersi ciascuno qualche chilo di scorie e portarsele a casa, chiuse, magari, in un bel blocco di calcestruzzo–visto che sono loro che le hanno volute–sono ancora lì a cercare qualcuno a cui rifilare il pacco.
E la Sardegna è lì, perfetta allo scopo: non sismica e abitata da sardi (masochisti poco svegli).
L’unico problema consiste nell’ungere in modo appropriato le ruote.
E adesso penso di sconvolgervi o almeno di sorprendervi.
A ME LE SCORIE NUCLEARI A IGLESIAS MI STAREBBERO BENE!
Molto semplice:
1) da qualche parte devono finire, per non ipotecare il futuro dell’umanità;
2) la Sardegna è non sismica;
3) Nelle miniere di Iglesias esistono gallerie situate a una profondità di sicurezza: centinaia di metri sotto il livello del mare;
Iglesias può rappresentare una soluzione per questo gravissimo problema che le scorie nucleari pongono all’intera umanità.
Poca roba, di fronte alla portata del futuro dell’umanità.
Le scorie non le hanno prodotte i sardi.
Perché cazzo dovrebbero essere i sardi a togliere le castagne dal fuoco a questi figli di puttana–gli italiani in testa–che si sono arricchiti producendo scorie nucleari, mentre la Sardegna–e Iglesias in particolare–si impoverivano sempre di più?
Uno dei motivi per cui la Sardegna è adatta allo stoccaggio delle scorie è il fatto che sia poco popolata.
Stesso motivo che per le servitù militari.
Ma la Sardegna è poco popolata perché i sardi emigrano.
E i sardi emigrano perché in Sardegna non c’è lavoro.
Allora, un isola sottopopolata per via dell’emigrazione, diventa luogo ideale per le esercitazioni militari e per lo stoccaggio delle scorie nucleari.
Tenete presente che la Sardegna, fino all’arrivo delle basi militari, negli anni Cinquanta/Sessanta, era terra di IMMIGRAZIONE: lasciatevelo dire da un sardo, figlio di un immigrato.
Gombloddo?
Ma no!
Storie di ordinaria follia coloniale.
Allora: ALTRO CHE NIMBY!
Gli italiani stanno ancora una volta cercando di fottere un popolo di masochisti marginali, rappresentato da una classe politica di merda, ben sapendo che loro rappresentano soltanto il 2,7% dell’elettorato dello stato e che loro–gli italiani–mettendola in culo ai sardi guadagnerebbero il consenso del 95% dei loro cittadini: eja, gli italiani.
Basta oliare appropriatamente i politici sardi.
Allora dico, colto da un raptus di pragmatismo, perché non fare di necessità virtù?
Queste scorie devono essere stoccate in modo sicuro, per non compromettere il futuro dei nostri figli.
Offrano delle prospettive alla provincia più povera dello stato italiano e–per me–se ne può anche parlare.
A partire dalla constatazione che sono i figli di bagassa che hanno prodotto le scorie nucleari ad avere un problema.
Vogliono che gli risolviamo il problema?
Paghino.
Ma non monetizzando il rischio, come hanno già progettato: specchietti e perline colorate da distribuire agli individui indigeni.
Paghino i progetti di sviluppo della zona.
Paghino per eliminare l’elemento decisivo per la scelta della zona: lo spopolamento.
Qualcuno è disposto ad aprire una trattativa su queste basi?
Da discutere ci sarebbe soltanto il QUANTO–quanti soldi e quante scorie– perché tutti i COME spetterebbero ai sardi.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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