Non è calcio quello per cui si augura la morte dell’avversario, qualsiasi avversario; non è calcio simulare dentro l’area per ottenere un calcio di rigore, non è calcio sputare in faccia ad un altro giocatore, insultarlo, inveire inutilmente contro l’arbitro; non è calcio perdere tempo quando si sta vincendo e lamentarsi dell’avversario che non gioca quando si sta perdendo; non è calcio avere sulla maglietta uno sponsor che incita a scommettere e non è calcio che un fuoriclasse presti il suo volto per alimentare le scommesse. Non è calcio fischiare chi ha una pelle diversa dalla nostra e non è calcio applaudire per gli errori di chi ti sta davanti; non è calcio fare lo spaccone nelle discoteche, tatuarsi anche i lobi delle orecchie, non allenarsi perché ormai sei un top player, non ascoltare i consigli del tuo allenatore, gettare la maglietta se si è sostituiti, minacciare i tifosi di abbandonare la squadra a fine anno. Non è calcio perdere per scommessa, infierire sull’avversario palesemente più debole, non porgere la mano dopo uno scontro. Questo non è calcio e non è sport. Il calcio è portare allo stadio i bambini, tifare con gioia per la vittoria della propria squadra ed essere bonariamente sfottuti quando si perde, calcio è andare dall’arbitro e ammettere di aver commesso il fallo, che quel gol era in fuorigioco, applaudire chi perde o inneggiare la squadra anche nella sua peggior sconfitta. Il calcio è un pallone che rotola e dei ragazzi che lo inseguono. Il calcio è una cosa semplice: chi ha il pallone attacca, chi non lo ha si difende. E’ colore, passione, dolcezza, fosforo e fantasia. Il calcio è una rovesciata che diventa gol ma anche l’errore clamoroso, il gesto meticoloso, la caduta rovinosa. E’ scendere in una serie inferiore con la speranza di poter continuare, è vincere per la bellezza e l’adrenalina e rispettare sempre le regole del gioco. Ecco spiegata, in pochi passi, anche la politica: chi ha la maggioranza governa e chi non ha i numeri si organizza per averli nella successiva legislatura ed entrambi gli schieramenti devono rispettare le regole del gioco. Facile come gli aforismi di Boskov: E’ rigore quando arbitro fischia. E quando l’arbitro fischia non ci si costruisce una faccia piena di stupore. Si accetta e si prova a comprendere dove si è sbagliato. Nel calcio come nella politica. Facile facile. O no?
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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