Difficile partire con una parola complessa dalle molte sfumature. Utilizzata da tutti, usata per piangere e far piangere. Abusata e spesso disattesa la parola amore spicca in moltissimi dei nostri discorsi. Si scrive di amore, si muore di amore e per amore. Però quando chiediamo a qualcuno di dirci cos’è l’amore riceviamo risposte sempre diverse. Significa che ci sono molti modi per raccontare le cose e mille modi per interpretarle. Significa che siamo simili ma non uguali davanti alle emozioni e alle parole. Significa che le nostre lacrime e i nostri sorrisi hanno un peso specifico diverso. Amore è aspettare per ore una ballerina che non arriverà mai a quel maledetto appuntamento, ma lui, Cesare Pavese non si ucciderà per quel mancato abbraccio, ma per altro amore difficile da raccontare. Amore è raccontare qualche scemenza nella speranza di farle scappare una risata, è stupirsi, incazzarsi, rimangiarsi le promesse per rifarne delle nuove. Amore è stringere quella maglietta della tua squadra del cuore, è ascoltare all’infinito la canzone del tuo primo bacio, è ripassare con piccoli sorrisi la tua prima volta e provare a ricordarsi tutti gli attimi ormai perduti. Amore è saper fuggire all’improvviso per poi riapparire con nuovi orizzonti da proporre. E’ stringere una fede ma anche la forza di togliersela dal dito. Di amore si muore e si vive, a volte si sopravvive. Amore è una zattera che ci aiuta ad intrecciare parole nel mare della vita. Non abbiate paura e vergogna di di salirci sopra. E’, comunque, un’opportunità.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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