Il filmato della cancelliera tedesca che risponde duramente alla ragazzina, profuga palestinese, ha ormai fatto il giro del mondo. La ragazzina alla fine scoppia in un pianto dirotto, e la Merkel a quel punto si avvicina per provare a consolarla.
Come avrebbe potuto rispondere la Merkel a quello che aveva tutta l’aria di essere un agguato mediatico? La ragazzina palestinese, profuga, fuggita dal Libano con i suoi genitori, da 4 anni in Germania che, in perfetto tedesco, chiede di restare.
Una ragazzina che, probabilmente, nella sua vita solo una chance, one shot, aveva: la fuga. Nei suoi ricordi, i ricordi del nonno e del padre, sempre vissuti in un campo profughi, senza speranza, se non quella, estrema e disperata, di farla finita in qualche modo e passare in un mondo migliore. Nel futuro, nessun altra alternativa che un campo profughi. Troppo forte Israele, troppo asservita e disinformata l’opinione pubblica mondiale per sperare in una soluzione altra che non sia la fuga.
La risposta, durissima, del cancelliere tedesco.
Non possiamo accogliere tutti, in Germania.
La giovane che scoppia in un pianto dirotto.
Ma cosa avrebbe potuto rispondere la Merkel? Cosa avrebbe potuto dire senza sembrare ipocrita ma neppure così dura e tagliente?
Avrebbe potuto rispondere: “la Germania è un grande paese che ha a cuore le sorti della Palestina e mi impegno personalmente per contribuire alla risoluzione di questo problema, di questa sciagura che ha provocato tante sofferenze, sia agli israeliani ma soprattutto al popolo palestinese: ci impegniamo affinché fatti come quelli di Gaza dello scorso anno non capitino più. Da soli, ovviamente, potremmo poco, non saremmo in grado di sostenere un impegno simile e di accogliere tutti i profughi. Sono problemi internazionali e metteremo in campo tutto il peso della nostra grande nazione per arrivare ad una soluzione. Ad ogni modo, mia cara, nel frattempo, sei la benvenuta in Germania e vedremo di fare il possibile per le situazioni come le tue.”
Ecco, avrebbe potuto rispondere in questo modo. Una frase di circostanza, non troppo dura, non troppo ipocrita.
Avrebbe anche potuto fare di più: ammettere che una certa accondiscendenza nei confronti degli israeliani, alla quale viene tranquillamente consentito dall’Occidente amico di bombardare con uno degli eserciti più forti del mondo una città uccidendo centinaia di civili, tra cui donne e bambini, e distruggendo case, scuole, ospedali, è la conseguenza di quel senso di colpa che il mondo cristiano si porta appresso nei confronti degli ebrei, perseguitati da secoli e che ha avuto il suo climax finale nei campi di sterminio tedeschi. E’ vero che la questione palestinese nasce a causa di un pasticciaccio post-coloniale inglese ma, come dire, anche la Germania ci ha messo del suo per scatenare il sionismo.
In un certo senso, quella ragazzina che fuggiva dalla guerra ci aveva pure il diritto di stare in Germania.
Ebbene, perché non lo ha fatto? Perché ha preferito la linea dura?
Triste dirlo, ma una risposta pro-immigrati non sarebbe stata popolare.
Ormai tutta l’Europa, pur non avendo avuto lo Jago velenoso e ignorante della Lega come si è avuto in Italia, dalla Danimarca alla Francia, manifesta un sentimento popolare di rifiuto verso tutto quello che si può definire immigrazione. E i governi preferiscono adeguarsi a questo sentimento popolare se non, in alcuni casi, come quello appunto leghista in Italia, strumentalizzarlo ai fini politici.
Il popolo che ormai non distingue più gli immigrati dai profughi di guerra, che sono cose ben diverse anche dal punto di vista legale, essendo questi ultimi protetti da convenzioni internazionali.
Guerre che, paradossalmente, sono state scatenate anche dagli stessi europei, come nel caso dell’Iraq, o favorite, come nel caso della Siria, o consentite, come nel caso dell’attacco Israeliano a Gaza.
Il “sistema mondo”, mostra come l’Occidente non voglia rinunciare ai suoi consumi e alla sua crescita, e per fare questo spreme, utilizzando lo strumento bellico con una facilità ormai disarmante, le parti del pianeta dalla quale vengono rapinate le risorse, che si impoveriscono sempre di più.
Oggi noi assistiamo ad una rapina delle risorse all’interno della stessa Europa, con il trasferimento di lucrosi interessi monetari dalla Grecia alla Germania, con la propaganda che ribaltava lo stato dei fatti, che sembrava che fossero i tedeschi a pagare i greci.
E così la propaganda del pensiero unico, occidentale, fa sembrare che gli immigrati che vengono qui lo fanno prendendo il nostro lavoro, le nostre risorse, quando invece è esattamente il contrario.
La Merkel, ma anche Hollande, Renzi, sono tutte vittime, se vogliamo, della loro stessa propaganda occidentale. Non si deve sapere che è il nostro mondo ricco che distribuisce ingiustizia, guerre e sfruttamento per il mondo. Si deve pensare il contrario.
Come dice Marco d’Eramo, “Ed è questa la maggiore responsabilità storica delle élites tedesche: quella di aver consentito, incoraggiato e infine imposto alla stragrande maggioranza della popolazione tedesca una visione della storia che niente ha a che vedere con la realtà e che favorisce tutti gli stereotipi più nazionalisti, xenofobi e persino razzisti. Per cui assistiamo a una commedia del potere, al gioco delle parti di una classe dominante che si dice costretta a esigere dalla Grecia insane misure di austerità, perché altrimenti perderebbe i favori di un’opinione pubblica che questa stessa classe dominante ha plasmato nello stampo più reazionario; che è costretta a esercitare una dittatura del capitalismo per ragioni democratiche, perché altrimenti perderebbe il consenso popolare.“
Lo stesso discorso vale, però, per tutto l’occidente, più o meno, Italia compresa.
Per cui alla fine ti ritrovi di fronte ad una ragazzina piangente, una ragazzina che nella sua vita ha visto solo buio e macerie, morti e sofferenze, e non sai che dire.
Devi stare al gioco, devi far credere al mondo che questo è il mondo giusto, capace e intelligente, mentre quello è il mondo sbagliato, dei fannulloni e degli incapaci.
Devi far credere al mondo che l’unico valore utile è il mercato, e tutto il resto, solidarietà, umanità, simboli e vita, sono inutili.
Devi far credere al mondo che l’unico paradigma del valore è il denaro. Dove ci sono i soldi, c’è il valore. Pazienza se quei soldi sono ottenuti con delle ingiustizie crudeli, ormai nessuno ci fa più caso. Dove ci sono i soldi, ci sono i giusti, dove c’è povertà, ci sono gli ingiusti, i fannulloni, gli incapaci, i terroristi.
Devi far credere al mondo queste cose, devi stare al gioco, per proseguire con politiche che hanno come unico obbiettivo drogare i consumi per intontire la gente e consolidare il potere.
E alla fine, a furia di tambureggiare con quella propaganda falsa e ipocrita, il popolo ti crede, e in preda alla paura e all’umano egoismo, ti chiede di mettere una barriera, ad un certo punto, a quel mondo povero, inutile e sbagliato.
E così, dalla bocca, escono fuori solo parole che, con quei fondativi principi europei di democrazia, solidarietà, civiltà, poco hanno a che fare.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo. Il suo ultimo libro è invece un romanzo a sfondo neuroscientifico, "La notte in fondo al mare".
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