Il personaggio del giorno è più che multiplo: sono le pance rotonde della foto e i loro ospiti, prossimi cittadini sardi, al momento ancora impegnati a nuotare ognuno nella sua piscina extra-comfort.
Le future mamme di La Maddalena sono in prima fila, in questi giorni, per chiedere alla politica regionale che l’Ospedale cittadino, e in particolare il Punto Nascita, non chiudano.
La stampa ha ospitato uno scambio vivace tra alcuni cittadini (le stesse mamme, in particolare) e l’Assessore alla sanità Arru, a cui va riconosciuto il merito di aver accettato il confronto e di aver provato a spiegare, con la forza di alcuni numeri, il suo punto di vista.
Quelle pance (e le loro titolari) però hanno il diritto di diffidare dei numeri, e hanno il diritto di chiedersi se i numeri da soli siano sufficienti a giustificare una scelta politica penalizzante. Dice l’Assessore Arru che un punto nascite non può stare sotto la soglia dei 500 parti ogni anno, e La Maddalena è sicuramente sotto questa soglia.
Ma le pance si stanno chiedendo: sono previste deroghe per le sedi disagiate? E La Maddalena, in quanto piccola isola, è sede disagiata? Quelle bellissime pance in foto pensano che la risposta a entrambe le domande debba essere “sì”.
In una società in cui il parto è visto non come malattia, non come affare amministrativo da espletare ma come momento in cui bellezza e sacralità raggiungono il loro massimo, proteggere la serenità del bambino, della madre, del padre –se c’è- ed eventualmente di fratellini e sorelline, deve essere una priorità di prim’ordine. È una questione di qualità di vita che c’è già, perché è data dal contesto naturale della mamma, e che nessun procedimento amministrativo, per quanto rispettoso dei numeri, può permettersi il lusso di sprecare solo perché nessuno è ancora riuscito a quantificarne il valore.
Basterebbe solo questa considerazione (tralasciando quelle relative alla tutela dei piccoli centri, all’identità delle piccole comunità, alla parità dei diritti tra tutti i cittadini) per far decidere che un punto nascite non dovrebbe essere toccato, se già esiste, anzi.
Il giorno in cui potremo confrontare su una stessa tabella numerica lo stipendio di un medico, il costo di un elicottero e il valore di un parto sereno, forse quel giorno i ragionamenti rigorosi della Pubblica Amministrazione diventeranno più umani e completi. Se però arrivassimo tutti a capire la grandezza di quel valore senza per forza doverlo misurare, risparmieremmo tempo e fatica e saremmo tutti più umani e completi a partire da ora.
Assessore Arru, lo sa benissimo anche Lei che il punto nascite a La Maddalena è un servizio di qualità infinitamente superiore a quella di un elicottero. Faccia il possibile perché resti al suo posto. Grazie.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
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