Gloria in Rete aveva un nickname. Si faceva chiamare Silvia, come la donna sognata da Leopardi. Le sembrava un nickname poetico, niente a che fare con ciò a cui le serviva. Silvia era molto triste perché non rientrava nei canoni di bellezza di un VIP. Black Knight, questo era il suo nome, ed era tra i più conosciuti e ricercati, in Rete otteneva almeno 5000 mi piace per ogni foto che pubblicava, e i suoi selfie sulla moto o in discoteca. Beh, lei ci si era addirittura stampata due poster che teneva sopra il suo letto, lui sì che era un vip. A lei piaceva studiare, soprattutto Leopardi, e quando parlava con Deborah le sfuggiva persino che un vip in realtà non è altro che un idiota, uno che fa tendenza senza essere nessuno, senza avere qualità se non il suo aspetto fisico, ma… ma Black Knight. Ogni volta che vedeva una sua foto le faceva girare la testa, e non c’era niente da fare. In quei momenti lei si sentiva improvvisamente sola, e così un giorno le venne l’ideona di farsi un servizio fotografico e mandarlo a quello che sarebbe potuto essere il suo futuro partner. Lui, a cui non gliene fregava niente di lei, e del suo stupido esibizionismo, aveva aperto la posta, e dopo una risata soffocata l’aveva postata, rendendola visibile al mondo intero, ottenendo anche più di 5000 mi piace. Quando lei l’aveva vista, taggata persino sul suo profilo, aveva sentito caderle addosso il mondo intero, e in un momento si era risvegliata da quel sonno che l’aveva portata a quel gesto così avventato: essere vip era l’unica cosa importante per lui, non importava se per confermarlo si derideva una persona che si fidava di lui. Claudio entrava di rado su Facebook, ma quella sera aveva poco da fare. I compiti erano pochi, e lui non riusciva a smettere di pensare a Gloria. Tutte quelle discussioni avute la sera prima gliel’avevano fatta sentire vicina e chissà… provò a entrare nel suo profilo e vide quel post. La prima reazione fu di sconcerto, poi di rabbia. Era un chiaro atto di bullismo. Come si permetteva quel decerebrato di offendere una ragazza così sensibile? Chiamò subito Gloria, ma nessuno rispose. Allora si ricordò di una confessione fattagli da Gloria: la sua attrazione per quel monumento così spettacolare, in Piazza Costituzione, dove lei si rifugiava quando si sentiva ferita dalle altre persone. Chiamò Giovanni e Laura. Silvia era fuggita di casa, e dopo aver chiamato i genitori e avergli detto che non sarebbe tornata a casa si diresse verso Piazza Garibaldi. “ I ragazzi sono crudeli “, pensava, e intanto raggiungeva la piazza davanti al Bastione. Si sedette sul parapetto della Terrazza di Saint Remy, come faceva sempre, e dopo aver scavalcato il muretto guardò in basso. Claudio, Giovanni e Laura salirono in pochi istanti e arrivarono dietro di lei prima che potesse prendere alcuna decisione. Si avvicinarono con la massima calma, dosando con attenzione le parole. Sotto si udiva la sirena del mezzo dei Vigili del Fuoco in avvicinamento. “Gloria, ho capito subito quello che avevi intenzione di fare ma, credimi, non ne vale la pena… chiunque sia stato a maltrattarti non merita questo tuo sacrificio.“ “Claudio, sono bruciata, capisci? Ora sarò per sempre la ragazza senza veli, sarò marchiata a vita su ogni social. “ “Non mi dire che anteponi l’immagine falsa di internet alla tua vera natura… e allora? Tutte le nostre discussioni? O ti prendevi soltanto gioco di me? “ Gloria si girò. “ Mi dispiace, Claudio, ma in questo momento, qui su, le nostre discussioni non mi servono a molto. “ Claudio impallidì. Vide Gloria scomparire, e corse verso il parapetto. Sotto, il vestitino di Gloria si abbatteva sulla chioma di un albero sottostante. Alle sue spalle udì altre voci: “ Noo! “ Osservarono tutti assieme il corpo che dondolava giù, su un grosso ramo… “ Andiamo! Sei stato bravissimo, non potevi ottenere di più, la ragazza aveva già deciso di buttarsi, “, diceva intanto un uomo in divisa. Ma Claudio non riusciva in alcun modo a consolarsi. Il profilo di Black Knight fu cancellato. Fu scoperto che apparteneva a Marcello, un pluribocciato compagno di classe di Gloria, che aveva tentato più volte di uscire con lei e aveva ricevuto soltanto un secco rifiuto. Alla fine se l’era cavata con una pesante ammonizione e la sicura bocciatura: c’era da sperare che la gravità delle conseguenze lo portasse a comprendere la stupidità del suo gesto. Soltanto un mese dopo, uscendo dall’ospedale, risero entrambi di quella disavventura. Avevano disattivato il loro account e quel sabato sarebbero andati assieme al cinema.
Questa storia può sembrare una strana storia di bullismo, ma è una storia vera, o quasi, verosimile diremmo, visto che in realtà molte storie simili si sono concluse con la morte della vittima, anche qui a Cagliari. Certo, ora su Facebook non è più possibile esibire nickname così pacchiani, si accettano soltanto identità reali, ma fino a qualche anno fa ciò era permesso. Perché l’ho raccontata? Perché per spiegare il bullismo, oggi, dobbiamo dimenticarci i coltellini puntati alla gola e le minacce di sottomissione forzata. Oggi questi episodi sono sempre più rari, quando non confinati unicamente alle scuole medie di periferia. Oggi il bullismo coincide sempre più spesso con l’indifferenza ostentata nei confronti del diverso, con l’emarginazione imposta a chi non segue le regole del gruppo, l’esclusione di chi non rientra nella fisionomia del vip, in una società sempre più dominata dal telefonino e dai social, sempre più spesso strumenti necessari, insostituibili fonti di un altro fenomeno sempre più normale, il cyberbullismo. E qui le parole, taglienti come lame, provocano reazioni disperate da parte di chi si sente escluso pesantemente dalla cerchia d’elite cui normalmente tende. Rispetto alle aule di una scuola, anzi, spesso qui sono tremendamente amplificate e i messaggi, le foto o i video che registrano comportamenti spesso avvenuti altrove, trovano in Rete il loro habitat ideale e senza appelli.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
16marzo1978: il giorno in cui persi l’innocenza. (di Giampaolo Cassitta)
Cutolo e l’Asinara (di Giampaolo Cassitta)
Gatti, amore e carabinieri. (di Giampaolo Cassitta)
Buon compleanno Principe! (di Giampaolo Cassitta)
Hanno vinto davvero i Maneskin! (di Giampaolo Cassitta)
Break news: Fedez e Francesca Michielin vincono il Festival di Sanremo.
Grazie dei fior. (di Giampaolo Cassitta)
Hanno vinto i Maneskin. Anzi, no. (di Giampaolo Cassitta)
Capri d’agosto (di Roberta Pietrasanta)
Il caporalato, il caporale e i protettori (di Mimmia Fresu)
Marshmallow alla dopamina (di Rossella Dettori)
377 paesi vivibili (di Roberto Virdis)
Per i capelli che portiam (di Mimmia Fresu)
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