Ve la ricordate la barzelletta di Gino Bramieri, poi trasformata in sketch da Benito Urgu? Una famiglia fantastica di vincere al totocalcio e favoleggia l’acquisto di una prestigiosa fuoriserie, fin quando mamma e figli non iniziano a litigare su chi abbia diritto ad occuparne il sedile anteriore. Infine arriva il capofamiglia e ordina a tutti di scendere dal bolide immaginario. Con le Olimpiadi sta accadendo lo stesso: ci si scanna su una manifestazione sportiva che ha ben poche possibilità di essere ospitata dall’Italia, con i limiti e i vizi che tutti le riconosciamo. Però due osservazioni non posso trattenerle. Primo: una certa posizione, molto condivisa e che ha il suo epicentro culturale ne Il Fatto Quotidiano, vede nei giochi olimpici un assist per la mafia degli appalti e per il ben conosciuto malaffare di casa nostra. Questi opinionisti concludono che organizzare una manifestazione colossale come le Olimpiadi farebbe la fortuna dei criminali. Meglio lasciar perdere, dunque.
Se dovessimo ragionare in questi termini saremmo costretti ad eliminare ogni appalto pubblico, perché anche nella fornitura della carta igienica per gli asili si possono nascondere gli appetiti delle cricche. Il malaffare bisogna combatterlo, ma sarebbe ridicolo sospendere ogni programma di sviluppo perché alle sue spalle vi si intravede l’ombra del farabutto di quartiere. Dare l’idea di essersi rassegnati alle mafie, tanto da offrire in ostaggio un intero Paese, sarebbe una resa inaccettabile Si cerchino altri argomenti per contestare questa candidatura: non mancano.
Veniamo al punto numero due. Nella schematica esposizione di Renzi sulle aree che potrebbero ospitare i campi di gara, la Sardegna è stata indicata come sede ideale per le competizioni veliche. Quale migliore occasione per recuperare il centro navale di La Maddalena realizzato per il G8 e, oggi, abbandonato a sé stesso? Sarebbe un modo per restituire un avvenire a queste strutture, costate centinaia di milioni di euro ed inutilizzate, vista anche la rinuncia della Mita del gruppo Marcegaglia. Ma potrebbe essere anche un risarcimento per i sardi e per i cittadini di La Maddalena: ingannati più degli altri sardi perché scippati, in un sol colpo, di un meeting di visibilità mondiale e della fruibilità di opere indispensabili per permettere la transizione verso il turismo di un’economia basata sull’occupazione militare. Ecco, se proprio volessi spendere un argomento a favore delle Olimpiadi sarebbe questo: il debito secolare dello Stato con La Maddalena.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo e-book "Cosa conta".
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