Vi chiederete: ma che c’entra un signore di mezza età con i mattoncini Lego? Ma come, quel signore è stato bambino e ragazzino e ha vissuto trepidamente l’era dei piccoli mattoni colorati che compiono, oggi, 64 anni. Furono infatti brevettati alle 13.58 del 28 gennaio del 1958 in Danimarca. Sarei nato l’anno successivo e mi avrebbero accompagnato per un periodo lungo della mia esistenza. Ci ho giocato alla fine degli anni sessanta quando i mattoncini erano l’alternativa al Meccano e al DAS. A quei tempi era tutto molto semplice: i mattoni erano solo da sei o quattro incastri, quasi sempre rossi, le finestre a quadroni bianchi, (e senza vetri in plastica) il tettuccio verde e tegolato. Ho costruito ville fantastiche dove non viveva nessuno in quanto i famosi “omini” Lego arrivarono sul mercato alla fine degli anni settanta ed io rincorrevo a quei tempi altri sogni. Riapparvero sul tappeto di casa sul crepuscolo degli anni ottanta, quando cominciai a regalarli ai miei figli in maniera spudorata: ero io che ci volevo giocare anche perché c’era stata un’evoluzione e con i mattoncini si poteva costruire di tutto e c’erano le istruzioni, passo dopo passo. Son ritornati negli anni duemila quando il figlio di mia cognata ha cominciato ad interessarsi al mondo dei dinosauri. Oggi la Lego propone Jurassic World e non solo. E’ diventata qualcosa di complicato e difficile, roba per collezionisti. Credo però che le costruzioni abbiano mantenuto la loro fase creativa delle origini. Infatti, sia miei figli che il nipotino dopo aver costruito perfettamente il gioco lo smontavano per inventarne uno nuovo. Vi chiederete: ma ancora un signore di mezza età gioca con i mattoncini? Vi rispondo con una domanda: perché, voi non lo fate? Rispondete e confessate. Che giocare fa bene al cuore.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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