C’è una ragazza dentro un pub di Edimburgo.
È il 1993.
Ha un’aria avvilita e una bambina di due anni da mantenere con i pochi spiccioli del sussidio di disoccupazione.
Il marito l’ha abbandonata da pochi mesi e lei non ha idea di come fronteggiare il futuro e prepararne uno per la figlia.
Al culmine dello sconforto pensa anche al suicidio, ma un desiderio e un’idea la tengono in vita. La ragazza si è messa in testa di scrivere un libro. E scrive, scrive forsennatamente per tutto il pomeriggio. Su tovaglioli, foglietti volanti e quanto le capiti sotto mano.
Arriva alle tre e se ne va alle dieci. Anche per scaldarsi, perché una vera casa non ce l’ha e l’inverno scozzese è rigido. I camerieri la guardano con una certa disapprovazione. Tranne uno: le parla, la incoraggia, le offre caffè e sandwich di nascosto.
La ragazza termina il libro e trova anche un agente disposto a proporlo ad una casa editrice. Ma per tre volte il manoscritto viene rispedito al mittente. Al quarto tentativo, arriva la pubblicazione. È il 1997.
Il libro s’intitola “Harry Potter e la pietra filosofale” e sarà il primo di una lunga serie. Quella ragazza che viveva d’espedienti si chiama Jo Rowling. Oggi guadagna 18 milioni di euro al mese ed è la donna più ricca del Regno Unito.
Nel pub in cui è nato Harry Potter, in corrispondenza della postazione di scrittura di Jo, hanno affisso una targa. Perché tutti sappiano. E il cameriere generoso ha ricevuto una ricca mancia.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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