Dal lettore Stefano Orsenigo riceviamo, volentieri pubblichiamo ed entro i vigenti limiti di velocità rispondiamo.
Da: Stefano Orsenigo Oggetto: Limiti velocità stradali assurdi. “Buongiorno, ho da poco terminato le vacanze in Sardegna, splendida vacanza, splendida islola capace di accogliere i turisti in modo molto cordiale e affabile. Non ho alcuna lamentela sulla vacanza,albergo e cittadini sia privati che deputati alle loro mansioni di accoglienza professionale a tutti i livelli, pubblici e privati. Ho nonstante tutto da segnalare che pur confermando quanto detto sopra, debbo, mio malgrado, aggiungere che sono state vacanze “lumaca”. Ho noleggiato una automobile, anche qui nessun problema,ottimo veicolo,ottimo trattamento del noleggiatore, ho percorso molti km per visitare quante più meraviglie ho potuto e, nel durante di questi km ho notato un uso incredibilmente esagerato di autovelox e sopratutto Tutor per la velocità media, in strade e luoghi a dir poco incredibili e perciò insipiegabili, sia nella quantità ti queste postazioni sia nella posizione con limiti orari che a dir poco facevano sorridere. In aperta campagna una striscia di strada con ai lati km di terra,nessuna abitazione,strada dritta ,limite 50 kmh e l’immancabile palo con sopra posizionato una sorta di Tutor segnalata a malapena molti molti km prima. Altra circostanza, strada a 2 corsie per carreggiata,a tutti gli effetti una superstrada con limite a 80 kmh e anche qui il solito Tutor. Bè il turista al capio io non lo praticherò più, certamente per quanto meravigliosa è stata la mia vacanza in Sardegna io comunque non ci ritornerò più perche è impossibile da visitare, impossibile per i tempi spostarsi da Olbia a Nuoro, da San Teodoro alla spiaggia di Capo Comino. Si passa più tempo in automobile che non a visitare i luoghi storici, balneari e potersi godere l’intera vacanza senza dover essere ossessionati dalla continua e incessante presenza di cartelli che avvisano che il percorso è controllato da rilevatori, è stato incredibile, anche gli amici sono stati colpiti da questo antipatico aspetto. Tutti noi,un gruppetto di 4 amici in vacanza abbiamo avuto la stessa sensazione, qua vogliono spellarci soldi con sanzioni, non crediamo che in Sardegna le dinamiche siano diverse dal resto d’Italia per ciò che concerne l’uso di tutti questi dispositivi per la rilevazione della velocità, la differenza che abbiamo notato e di cui siamo certi è il numero e la quantità di questi strumenti, in Lombardia certo non si scherza, ve ne sono molti ma, rispetto alla Sardegna non c’è paragone, in Sardegna è uno stillicidio, credo che mi terrò stretto la Lombardia. In conclusione, per questa amara constatazione su quello che riteniamo e crediamo un abuso degli strumenti di rilevazione, noi 4 in Sardegna purtroppo non ci metteremo mai pù piede.”
Gentile Stefano, Grazie per la sua lettera e per le belle parole dedicate alla nostra terra.
Mi pare di capire che lei non verrà più in Sardegna perché detta Isola è a suo dire infestata dagli autovelox. Dispositivi che, sempre a suo dire, rallentano gli spostamenti e compromettono la serenità di chi la Sardegna la visita da turista, stato d’animo indispensabile per poter trascorrere una vacanza ideale. Noi sardi siamo da sempre abituati agli appunti dei turisti: sono spesso condivisibili e ci permettono di esaminare i disagi segnalati per porvi rimedio. Navi care e sporche, collegamenti insufficienti, servizi in spiaggia carenti, ristorazione non sempre all’altezza, per fare cenno ai più frequenti. Ecco, diciamo che non ci aspettavamo di dover aggiungere a questa lista gli autovelox e la protesta per l’obbligo di dover rispettare i limiti di velocità previsti dal Codice della strada. E Le dirò anche che la sua protesta mi pare condivisibile almeno quanto l’affermazione che il traffico sia stato ai tempi di Johnny Stecchino il vero problema di Palermo. Con tutto il rispetto, io credo che Lei sia afflitto da una patologia molto comune, in questo periodo: la sindrome della vacanza in Sardegna. Il disturbo si manifesta con la convinzione che essendo in vacanza, e per giunta in Sardegna, le regole del buon senso e del codice della strada possano essere dimenticate, diversamente da quanto si è obbligati a fare ogni giorno, nella vita quotidiana, nelle città da cui si proviene. Insomma, il turista dovrebbe poter fare come gli pare e piace.
Vede, Orsenigo, la rete stradale della Sardegna non è esattamente delle più efficienti, il che costringe forse a controlli più severi coloro che devono far rispettare il codice della strada. L’aumento del traffico, nel periodo estivo, li rende ancor più necessari. Abbiamo una strada, la vecchia Olbia-Sassari, che aveva un tasso di mortalità da incidenti tra i più alti d’Italia, per spiegarle meglio la situazione.
Però, se devo essere sincero, che in Sardegna ci siano più autovelox e segnalatori di velocità che in Lombardia o da qualunque altra parte a me non torna (la foto allegata al post sembra dire esattamente il contrario, fra l’altro). Si dà il caso che chi le risponde abbia per un decennio trascorso le sue vacanze invernali a Livigno, provincia di Sondrio, regione Lombardia, nello Stato italiano. Ecco, ricordo bene che nelle strette stradine per raggiungere le nevi della Valtellina questi segnalatori di velocità erano numerosi, particolarmente all’ingresso dei centri abitati, così come non mancavano posti di blocco con autovelox in quei tratti di pianura che permettevano di raggiungere velocità più elevate. Io non ho mai considerato questi richiami alla prudenza come un deterrente, né ho mai pensato di cambiare località di vacanza per il timore di una multa. Il senso di responsabilità in vacanza non dovrebbe andarci mai. Con affetto vorrei anche dirle che se avesse spostato lo sguardo dal tachimetro, in ciascuna di quelle strade che lei ha ritenuto solo tappe di trasferimento tra una spiaggia e l’altra, avrebbe scoperto altri mondi, tante identità, tante cose da vedere, assaggiare e raccontare.
Se gli autovelox sono per lei una buona ragione per non tornare in Sardegna, l’unica spiegazione è che la Sardegna non le è evidentemente piaciuta abbastanza. Pazienza Francesco Giorgioni
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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