Ero nella sala mortuaria dell’ospedale di Tempio, accanto al corpo della mia povera nonna che si era spenta poche ore prima. In mezzo alla folla di amici, conoscenti e parenti che non vedevo da una vita e di cui faticavo a ricordare il nome, vidi spuntare una donna anziana, minuta, dall’aria dimessa e impaurita, così mi sembrò. Scambiava poche parole con le persone, salutava, poi ripartiva in direzione di un altro capannello, parlava ancora, salutava e ripartiva. Finché non la vidi sospirare di sollievo, mettendosi la mano al petto come se una parola le avesse salvato la vita.
Mi incuriosii e provai ad aguzzare l’udito. Non ci volle molto a capire cosa la preoccupava tanto e cosa l’avesse rassicurata. L’anziana vive in campagna. Non possiede l’auto, né aveva qualcuno che la potesse accompagnare. Era arrivata a Tempio sul pullman dell’Arst, poi aveva camminato fino all’ospedale per rendere omaggio a mia nonna, di cui immagino fosse amica. Venuta sera, si poneva il problema di tornare a casa. Non c’era una linea di trasporto pubblico che la potesse riportare indietro, così decise di cercarsi un passaggio tra i presenti. Forse qualcuno avrebbe fatto la sua stessa strada. La fortuna la aiutò. È da quel giorno che ogni tanto mi torna in mente la vecchia che, pur di non mancare il saluto finale a mia nonna, si era avventurata su un pullman, da sola, senza sapere come fare per tornarsene a casa. Penso a quanto civile sia un paese in cui esistono i trasporti pubblici. Fanno sentire meno ai margini chi non ha un’auto, chi non ha mai preso la patente, chi non ha nessuno da cui farsi portare in giro per il mondo, fosse solo per accarezzare per l’ultima volta una persona che ha terminato il proprio viaggio terreno. Lo so, sembra una sciocchezza. Ma è proprio perché ci siamo abituati a considerare sciocchezze queste conquiste che, ormai, non siamo più capaci di apprezzarne il valore.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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