Oggi ho inviato un sms a Laura. Da almeno quattro anni non la sentivo e, nel frattempo, lei ha rimosso il suo profilo Facebook, cancellando l’ultima traccia cui potessi aggrapparmi per ritrovarla. Ma io ho una memoria di ferro e mi sono ricordato il suo numero di telefono. Era quello giusto e mi ha risposto subito.
Chi ha letto il mio romanzo “Cosa conta” sa che, ad un certo punto, appare la figura della valorosa giornalista Laura Murgioni. La Laura vera, destinataria del mio messaggio, è stata il modello cui mi sono ispirato per disegnare il personaggio dell’altra Laura, quella del mio libro.
La Laura vera è una delle giornaliste più brave che io abbia conosciuto. Si presentò per collaborare al Giornale di Sardegna “pezzo in bocca”, come si usa dire nell’ambiente con una spregevole immagine. Aveva frequentato la Scuola di giornalismo e possedeva già il tesserino da professionista. Laureata, intelligente, umile. Scriveva con una proprietà di linguaggio assoluta, centellinando gli aggettivi e verificando scrupolosamente ogni informazione, aveva un eccezionale fiuto per la notizia ed era accorta nel coltivare le fonti. Non le ho mai visto scrivere una marchetta,
Ah, un dettaglio: pur essendo una delle più brave, Laura non venne mai assunta. Il giornale imbarcava nuovo personale ogni mese, io chiesi più volte che anche lei venisse regolarizzata con un contratto ma trovò sempre porte sbarrate. Non ho mai capito il perché. Poi si stancò, partecipò ad un concorso per un ente pubblico e lo vinse, si sposò e da quel momento non seppi più nulla della sua vita. Ho creduto fosse giusto, oggi, farle sapere che uno dei personaggi di Cosa Conta è ispirato a lei.
Poi, di pomeriggio, ho letto la notizia della causa intentata da Emilio Fede a Mediaset. Fede chiede il reintegro e 8 milioni di euro di stipendi arretrati. Pare percepisse, Fede, 27 mila euro al mese di stipendio. Ma Mediaset si rifiuta di pagare, a quanto pare contrattaccando per una brutta storia di fotomontaggi con finalità ricattatorie. Emilio Fede. Quel giornalista che, ai tempi del Tg1, scriveva ad Aldo Moro per ingraziarselo e chiedere aiuto, tracce ancora presenti nell’archivio dello statista democristiano.
Quel giornalista che, da direttore del Tg4, impose ai suoi giornalisti di leggere il notiziario con un cero acceso sulla scrivania, un modo per invocare l’aiuto celeste e proteggere il primo e subito traballante governo Berlusconi.
Il Tg4, il più ignobile esempio di giornalismo piegato alla causa del padrone.
Laura forse non lavorerà mai più in un giornale e probabilmente il suo talento è andato sprecato per sempre, come una lacrima nella pioggia. Emilio Fede invece il giornalista lo ha fatto per una vita, accendendo un moccolo dopo l’altro al signore di turno.
Vale ancora la pena di cercare un ordine di giustizia nelle cose del mondo?
Buon Natale.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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