Arriva anche il momento in cui il silenzio sembra la scelta più sensata. Ne hai scritti tanti, di post e di analisi, dopo tanti altri attentati. Ripeterli ti viene a noia, e so che è brutto associare la noia al sangue. Ma quando non si ha nulla da dire è meglio tacere ed il silenzio non sempre è rinuncia, molto più spesso è rispetto ed umiltà. Meglio non mettersi in viaggio sulla strada dell’indignazione, quando è già intasata.
Gli aggiornamenti sulle bombe di Bruxelles mi sono giunti mentre pedalavo sulla bicicletta, in mezzo ad una campagna sarda già carica di primavera. Pensavo quanto difficile sia entrare nella testa di chi alla bellezza del mondo preferisce la morte, quanto sia difficile entrare nella testa di chi uccide sconosciuti per impedir loro di godere della bellezza. Non sono andato oltre questo elementare concetto, mentre pedalavo.
Quando sono tornato a casa c’era una discussione: dei ragazzi devono andare in gita all’estero, ma ora i genitori sono preoccupati e la gita è in forse. Mi hanno interpellato, ma neppure stavolta ho avuto molto da dire.
Penso però che tutti i genitori europei, preoccupati per il prossimo viaggio dei loro figli, debbano riporre la loro paura. Loro, i mostri, possono certo toglierti la vita. Ma ci sono tanti modi per morire: farsi rubare la libertà è forse il peggiore. Farsi rubare la gioia di una città sconosciuta, di un monumento, di un museo, di un fiume, cedere alla paura un coro di sorrisi e un concerto di allegrie adolescenziali. Questo non possiamo davvero concederlo.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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