La lingua napoletana si è sempre sdoganata da sola, attraverso l’arte delle canzoni o del teatro, ma dietro questi sdoganamenti ci sono sempre state precise ed importanti figure a sorreggerne la diffusione e l’amore che in tutto il mondo si prova per quella originalissima e simpaticissima (ma anche spesso troppo crudele e delinquenziale) parte d’Italia, del Sud-Italia.
Ecco, penso che Pino Daniele sia stato per la napoletanità musicale, quello che Eduardo è stato per la Commedia partenopea. Concetti universali fatti propri e colorati di una popolarità riconoscibile e apprezzabile in tutto il mondo, situazioni esistenziali fatte di passione e “sientiment'”, raccontate con molta semplicità eppure tanto intime, toccanti.
Era la metà degli anni settanta, quando brani come “I so’ Pazz” o “Napul’è” scaturivano fuori da ogni radiolina o mangianastri, ed erano di un’attualità rimasta tale sino ad oggi. Cariche di quella “Apucundria” che malinconia non è, piuttosto la si può osservare e incarnare come la “Saudade” portoghese del “Fado“, nell’essenza, ma nell’espressione molto più ricca. Pino Daniele ha saputo, con tanta Arte e davvero molta discrezione, legare la sua parlata a ritmi universali e le parole ad una attualità costante, ad una scenografia che certi fatti di cronaca, non solo nei confronti di Napoli ma del Sud tutto, rischiavano di cancellare ma che a Napoli, per fortuna, ancora vive.
Con un cuore traditore, come quello che tradì Massimo Troisi, Pino Daniele aveva imparato a conviverci, sinché è durata. Ieri notte ha detto basta, quel cuore, e la vita ha abbandonato quel corpo per tornare ad essere luce, essenza, passione e colore che in tutta la sua discografia si potranno ancora cogliere, per sempre.
Per tutto questo ed altro ancora, che ringrazio Pino, di come alleviò con le sue musiche e parole molti dei periodi migliori e peggiori della mia vita, come penso di quella di milioni di altri, di noi. Per essere stato un fratello affidabile e sempre “allere” da consultare ogni qual volta mi servisse una morale, un ragione per superare gli ostacoli o solo un motivo in più per vivere libero.
Nel Firmamento dei cantanti oggi ci sono due stelle in più, una chitarra ed una voce che a questa Terra mancheranno “assaje”, oggi c’è spazio solo per quell’apucundria, per la tristezza di non potere mai più vederlo su di un palco o in una intervista ma di poterlo solo tenere vivo e presente nel nostro cuore, nelle nostre orecchie e nei motivetti che, quanno chiove o ghiesce ‘o sole, canteremo per lungo tempo ancora.
Ciao Pino, GRAZIE!
https://www.youtube.com/watch?v=lzIul9MiJA8
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