Il tempo. Quello che non hai, quello che ritagli, quello che ti serve, quello inutile. Quello che vorresti regalare, perdere, accorciare, allungare, restituire, vendere, dimenticare. Il tempo per gli affetti, per l’amore quello vero, per la passione di un attimo, per la mamma, per i figli, per gli amici, per una pizza, per quattro chiacchiere, per un bacio non dato, per un bacio sperato, per coltivare un ideale, per leggere un libro. Il tempo che manca per mille cose, mille sfaccettature, mille analisi, mille abbracci, mille bolle blu. Il tempo che è tiranno, vile e nemico; il tempo per pensarci o per decidere di non decidere. Il tempo per riflettere, per un’ultima canzone. Gli anni, i mesi, i giorni, le ore, i minuti, i secondi. Tutto scandito a ritmo di numeri: 365, 12, 24, 60. Come giocare questi numeri al lotto, ma non ci rimane il tempo. Gli anni che si concludono e diventano parentesi da chiudere, bilanci dettagliati: quanti giorni ho lavorato, quante domeniche ho sorriso e quanti baci ho distribuito e quanti ne ho ricevuto; quanta gente ho incontrato e quanta non ne avrei voluto mai incontrare, quante risate fatte e quante perse; quanti chilometri, metri, centimetri ho percorso in un anno e quanti ne percorrerò. Tutto dentro la bottiglia di dodici mesi, 365 giorni e poi ore, minuti, attimi. E ricomincio e riscrivo e prometto e riprometto. Una nuova agenda, come una nuova vita. Però, poi, riscrivo gli stessi indirizzi, prendo i medesimi appuntamenti. L’anno non finisce il 31 dicembre e non comincia il primo gennaio. Questo siamo: scandagli inutili che non rilevano mai nessun ostacolo, salvo sbatterci sopra quando ormai la barca sta affondando e non c’è più tempo. Mi chiedono: che anno sarà il 2021? Meno peggio di quello di ieri e più complicato di quello successivo? Ci vuole tempo per capirlo e tempo per affrontare questa discussione. Non abbiamo tempo e non abbiamo voglia. Il tempo sorride e si rilassa. Per lui tutto questo non conta. Da sempre. Non divide l’infinito in piccoli numeri il tempo. Non conosce le stagioni e la fine degli amori. Non ha tempo da perdere, il tempo. E quindi, nella sua svagata innocenza non sa che un anno sta per finire ed un altro sta per cominciare.Il tempo. E’ l’unico che non dice: diamo tempo al tempo. L’unico che se lo può permettere.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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