Provate ad ascoltare l’ultimo album di Alessandro Mannarino dal titolo eloquente “Apriti cielo”. Oltre al pezzo che da il titolo al suo ultimo lavoro c’è una canzone che, probabilmente, vi entrerà nel cuore. E’ intitolata la frontiera. E’ un testo durissimo, terribile, eppure di una bellezza struggente. E’ la storia di un amore quando una voce più forte dell’altra parlava dal balcone, quando una folla più grossa dell’altra decise il da fare e quando una riga più dritta dell’altra chiuse il confine. In quell’orribile scenario del ventennio fascista due ballerini perseguitati si feriscono i piedi sopra un filo spinato. Scoperti, provano a fuggire. E’ quasi la fine. Vengono raggiunti dai soldati in quel freddo campo di neve. Lei, la sua donna sussurra “Se hai freddo, fra le mie gambe c’è ancora calore”. E cominciano a fare l’amore davanti ai soldati perché vedano come son nati. E’ uno sfregio, è una storia bastarda e sbagliata, è una storia di sangue. Però, dentro quel nero più nero di qualsiasi nero immaginabile i soldati che vedono la scena, immaginano che i loro movimenti e le loro lamentele siano quelli delle convulsioni, gli spasmi prima della morte. Poi quei due corpi si fermano. Quei soldati credono che i due ballerini, ormai immobili sulla neve, siano morti. I soldati in fila per uno “se ne erano andati”. “Noi invece eravamo venuti, appena rinati”. Era da tempo che non sentivo un testo così importante, potente, struggente, dentro una canzone italiana, accompagnata peraltro da una bellissima voce e buona musica. Ascoltatelo Mannarino, che fa bene al cuore e ci fa riflettere su quello che accade in questi tempi.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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