L’America, in materia di civiltà, ci ha dato una sonora sberla. Ammettiamolo. Sembrerebbe strano che quell’America delle contraddizioni, dei McDonald’s untuosi e stipati di ipercalorico cibo spazzatura ma di gente che corre al Central Park, di obesi salutisti, della pena di morte e della vendita libera e incontrollata di armi, di strascichi di proibizionismo, con sbavature di moralismo verso sesso e alcol, emetta una sentenza così netta e ben definita.
Quella stessa America che fino al 1972 considerava l’omosessualità una malattia mentale ora ha sancito che i divieti ai matrimoni gay sono anticostituzionali. Di fatto, grazie ad una sentenza del giugno 2013, il matrimonio omosessuale era già equiparato a quello etero, solo che alcuni stati potevano rifiutarsi di celebrarlo. Adesso non più!
Forse sarebbe il caso che anche il Parlamento italiano, scansando bigottismo tignoso e chiusura mentale, si decida a legiferare in materia.
Il problema di come affrontare il militantismo omofobico, quelle becere controversie circa la morale, l’innaturalità delle coppie gay che minerebbero le fondamenta dell’organizzazione sociale, dell’omosessualità considerata peccato, di queste controversie asine che si materializzano in facce scandalizzate e libri capovolti, ce lo dovremmo porre una volta per tutte.
Adesso c’è il bisogno urgente che la prerogativa di amare non sia riservata agli eterosessuali e che il diritto di poter materializzare il proprio amore in una famiglia riconosciuta dallo Stato venga sancito dalla legge.
Non bastano più le manifestazioni in piazza, le sfilate per le vie delle città: dovremmo spostare la nostra indignazione sui luoghi istituzionali e sui soggetti politici che questa legge continuano a negarla.
I gay non hanno mai chiesto un trattamento eccezionale o privilegiato, ma le medesime libertà di cui godono tutti gli altri: il diritto di amare chi vogliono e di sposare chi amano.
E’ così scandaloso?
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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