Poi le date cominciano a ritornare. Come le canzoni e gli umori. Così sono passati due anni dall’addio di Pino Daniele da questo posto di terra e sassi, per dirla con De Gregori. Però Pino era ‘nu guaglione diverso da tutti gli altri. Lo avevo amato intensamente sin dall’inizio con l’album “Terra mia”. Mi ha accompagnato dietro molti abbracci, qualche sorriso, baci nascosti e qualche sortita in cantina dove si respirava piano. Ho provato a cantare “quanno chiove” a squarciagola tra i radi acquazzoni che arrivavano ad Alghero: “tanto l’aria s’ha dà cagnà”. Poi l’aria non cambiava ma quell’acqua ti bagnava davvero e quella canzone ti rimaneva appiccicata dentro le storie che vivevi. Come quella sera con Agnese, bagnati fradici all’uscita del cinema Miramare, con quella voglia di abbracciarci e baciarci fradici e felici. Non sapevamo quale fosse, allora, il nostro futuro e avevamo poco passato alle spalle. Rimanevano le parole (poche) e quell’aria che prima o poi si doveva cambiare. Ci ho fatto l’amore per amore con Agnese. Mi ricordava Ivan Graziani (altro grande scomparso) Agnese dolce Agnese. Mi regalò “Nero a metà” di Pino Daniele la mia Agnese dolce Agnese e anche il romanzo “Un uomo” di Oriana Fallaci. Cose che tengo ancora dentro l’anima. Passa il tempo tra accordi che sbiadiscono, canzoni che ritornano come la voglia di alluccà, ma l’alleria se ne va. Mi rimane dentro quella apocundria che scoppia ogni minuto in “pietto”. La malinconia dolcissima e feroce, la saudade di chi ha fortemente amato molte illusioni. Pino Daniele cammina dentro la mia vita, come l’amore e la musica che, per fortuna, continua a girarmi intorno.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
3 ottobre 2013: la strage di Lampedusa (di Giampaolo Cassitta)
Il prete e il povero (di Cosimo Filigheddu)
I giornali di oggi (di Cosimo Filigheddu)
La mia ora di libertà (di Giampaolo Cassitta)
A vent’anni si è stupidi davvero. A 80 no. (di giampaolo Cassitta)
La musica ai tempi del corona virus: innocenti evasioni per l’anno che verrà. (di Giampaolo Cassitta)
Guarderò Sanremo. E allora? (di Giampaolo Cassitta)
Quel gran genio di Lucio Battisti (di Giampaolo Cassitta)
Capri d’agosto (di Roberta Pietrasanta)
Il caporalato, il caporale e i protettori (di Mimmia Fresu)
Marshmallow alla dopamina (di Rossella Dettori)
377 paesi vivibili (di Roberto Virdis)
Per i capelli che portiam (di Mimmia Fresu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 17.705 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design