Per fortuna che l’America è lontana, dall’altra parte della luna e, per continuare con le citazioni, gli americani non sono mai stati intaccati dalla cultura. Non ho nulla di particolare contro Trump perché, a pensarci bene, la colpa non è sua ma degli americani che lo hanno votato. E’ la democrazia bellezza. Così, come dalle nostre parti, avevamo votato Berlusconi e siamo sopravvissuti. La cosa non mi scandalizza e non riesco a capire le indignazioni che giungono da più parti. Il populismo avanza e gli avanzi, per dirla tutta, non sono cosa prelibata ma ci aiutano a sopravvivere. Mi incuriosisce, piuttosto, quello che molti “maitrés a penser” continuano, con indignazione, a raccontare relativamente a Trump e dintorni: è una vergogna, noi di sinistra non possiamo accettare e bla bla bla. Mi incuriosisce, per esempio, il concetto di sinistra che questi pensatori hanno e se, anziché pensare all’America, non riescano – tra un Campari e un happy hour – trovare il modo di confrontarsi con il popolo. Perché questo è il punto: troppi stanno sul pulpito, molti sono convinti che le loro alchimie funzioneranno e, armati di sano masochismo, tuonano scissioni apocalittiche pur di non arrivare al fatidico 40% che permetterebbe, a chi vince, di governare. Io non vi capisco. Davvero. Sarò invecchiato ma qualcuno mi dovrebbe spiegare perché è così eccitante andare contro la possibilità di raggiungere il premio di maggioranza e stare, comunque, all’opposizione. L’America non è poi così lontana e un Trump qualunque ce lo meritiamo eccome.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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