Kazan, poco più di 820 chilometri da Mosca, 1 milione e 400 mila abitanti sulle sponde del Volga, capitale amministrativa e culturale della civiltà dei Tatari. Qui la nostra nazionale di calcio sta per giocarsi l’accesso alle semifinali, in uno scontro con il temibile Belgio, riuscita fusione di talento, corsa e forza fisica.
Essere riconosciuti come italiani, qui, è il migliore dei biglietti di visita, dacché italiani ne arrivano tanti e in tutte le stagioni. Il perché lo si scopre girando per strada, entrando nei negozi o nei centri commerciali di questa città, mezzo islamica e mezzo ortodossa ma dai costumi marcatamente occidentali: è zeppa di donne statuarie, bionde e brune, tutte bellissime e sorridenti, per i nostri connazionali attrazione turistica molto più forte delle prerogative storiche e culturali di questa terra. Gli italiani a Kazan fanno girare tutta un’economia perché mangiano e bevono bene, andando anche oltre i limiti delle carte di credito pur di far colpo sulla signorina desiderata. Le relazioni tra Tatarstan e Italia sono state consolidate dalla recente pubblicazione di un saggio curato da ricercatori di Sassari, secondo i quali non sarebbe casuale l’assonanza tra Tatari e Tattari, quest’ultimo il nome con il quale viene anticamente indicata proprio la città sassarese. Secondo questa teoria, la civiltà dei Tatari sarebbe stata fondata da esploratori sassaresi che, in età medievale, si sarebbero spinti fino in Asia, stabilendosi nell’area dell’attuale Kazan proprio perché attratti dall’avvenenza delle donne locali. A dimostrazione di questo intreccio storico e identitario, si porta come prova uno dei più popolari piatti della cucina tatara, lo Zihmihnoh, molto simile per ingredienti e preparazione alla ricetta a base di interiora usata proprio nel sassarese.
Ma veniamo alla partita. L’Italia scende in campo con Buffon, Gentile, Cabrini, Nesta, Cannavaro, Conti, Tardelli, Pirlo, Balotelli, Baggio e Riva. Tra i belgi spiccano giocatori di classe assoluta quali il fantasista del Chelsea Hazard, il cursore del Manchester United De Bruyne e il centravanti del Manchester United Lukaku, già più volte a segno in questo mondiale.
Via alla partita, l’Italia attacca da destra a sinistra rispetto alla nostra postazione.
8′ Traversa del Belgio: su cross dalla sinistra di Carrasco, Lukaku sovrasta Cannavaro e inzucca il pallone: Buffon, immobile, osserva la sfera stamparsi sul palo e rimbalzare in campo, dove Nesta la allontana sventando il pericolo.
22′ Calcio d’angolo battuto da Pirlo: è uno schema, perché la palla viene indirizzata al limite dell’area dove Baggio, appostato sulla lunetta, la colpisce in perfetta coordinazione. Spettacolare la deviazione del portiere Courtois, che si conferma uno dei migliori estremi difensori del mondo. Il canovaccio della partita è ormai chiaro: il Belgio ci mette sotto, occupa la nostra metà campo, l’Italia prende atto del superiore palleggio degli avversari e si difende, senza riuscire mai a partire in contropiede. Questo corner è l’unica occasione in cui i nostri sono riusciti finora a rendersi pericolosi.
45′ Finisce il primo tempo, senza recupero né altre azioni da segnalare. Partita noioso, molto tattica. Nell’intervallo arriva il tweet del ministro dell’Interno: “Spiace dover constatare che il capitano dell’Italia non ha toccato palla. Sarebbe davvero una risorsa? Metterò in discussione la guida tecnica della nazionale, quale che sia il risultato finale”. Il riferimento è a Balotelli, apparso avulso dal gioco, anche perché poco coinvolto. In un tweet congiunto apparso prima della ripresa del gioco, Valeria Marini e Jerry Calà esprimono il loro apprezzamento per la dichiarazione del ministro e chiedono, anche a nome di altri artisti, l’immediata sostituzione di Balotelli con Boninsegna.
57′ Facchetti sostituisce Cabrini.
63′ GOOOOL, ITALIA IN VANTAGGIO. Ha segnato proprio Facchetti, appena entrato, deviando di testa in porta un corner di Roberto Baggio. Significativa l’esultanza di Giacinto, che corre in panchina ad abbracciare Bearzot.
71′ In campo non succede nulla, gli attacchi del Belgio sono sterili, ma sullo schermo della parte di sala stampa riservata ai giornalisti italiani viene trasmesso un videomessaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. È un fatto a dir poco inusuale e inatteso. Ecco il contenuto del messaggio: “Care italiane e cari italiani, approfitto della vostra pazienza mentre assistete a questo importante impegno sportivo per una breve comunicazione: ma voi davvero credete che possa dare lezioni al nostro commissario tecnico un ministro con la panza da birra e salamella, che non ha mai toccato palla in vita sua se non quelle che si trova nelle mutande, per grattarsele? Non ascoltatelo, care italiane e cari italiani. Forza Italia! (Nel senso di incoraggiamento sportivo, sia chiaro)”.
82′ Giunge in sala stampa la conferma che il messaggio di Mattarella è autentico e non uno scherzo ben riuscito di un impostore. La Lega ne chiede le dimissioni, i Cinquestelle si dissociano: Beppe Grillo ammette di essersi divertito nell’ascoltare il videomessaggio. L’Associazione produttori di birra italiani e l’Ordine dei salumieri esprime rammarico per l’accostamento inappropriato tra birra, salumi e istituzioni. Il ministro dell’Interno replica su Twitter un istante dopo: “E quindi sarei io quello che parla alla pancia della gente?” In un tweet successivo, il ministro dell’Interno ringrazia per la solidarietà birrai e salumieri, con l’esclusione della Birra Moretti e dei salumi Negroni.
93′. È FINITA, L’ITALIA VA IN SEMIFINALE. Ci
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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