Si sono messi in testa di portare l’IVA al 25,5%, manco a dire “cifra tonda” così da semplificare il calcolo, no! Ci si deve mettere sopra la ciliegina della complicazione, ma resta la consistenza del balzello, tutta intera, a raccontarci che un terzo pieno del valore del prodotto o del servizio andrà allo Stato. Anche le accise sui carburanti, i cui prezzi oscillano inspiegabilmente molto più in litri che in barili, andranno ritoccate al rialzo. Come dire, una bella spinta al Paese (metterci la maiuscola mi costa davvero sempre più, vi avviso, facile che come la Standard and Poors declassi alla minuscola questo strano ammasso di regioni, ex province e comuni che nessun senso ha prodotto sinora, in ben 154 anni di falsa e mai trovata unità). Con tanto di fiati e di marcia trionfale, l’Aida, appunto, con tanto di Na-Buco dove Va il Pensiero, unico.
Una spinta energica, peccato per la direzione, perché è verso un pericoloso pendio che continuano a spingerci. Sul fronte regionale non va meglio, si barattano ancora una volta le perle in cambio di “milioni”, mentre ci devono miliardi e non pochi. Ti assolvo dalla spending-rewew, che a conti fatti mi conviene, tanto, nelle casse ci sono le ragnatele e Ugo di bei buchi ne ha lasciati, di scoperti. Ma non c’è problema, sul solco del Vangelo secondo il Matteo che non si scosta nemmeno di un millimetro dal solco della “Bibbia senza Re”, con la Rebibbia colma, l’importante è seguire la linea allineati e coperti, alla massa di “acconzare sa litranga“.
E poi ci sono i mass media, paghi e scrivi quello che ti pare, dici quello che ti pare in un fragore di luci e puntigliosi cronisti di una farsa davvero orrida. Persino i “consigli psico-sociologici” della Saras ci dobbiamo sorbire, non fossero bastati i decenni di Rovelli incartato con la Nuova in confezione regalo. Ma non basta, insorgono di nuovo i cementiferi e si comprano una pagina pure loro, che tanto gli aveva ispirati in vena poetica, leggere quanto faceva scrivere, sempre l’Ugo dal cognome impronunciabile, su quelle stesse pagine su “paesaggio e identità dei sardi”, se la cavava meglio al telefono invero. I tromboni del Giudizio, solo loro possono permettersi di giudicare, che gli altri sono ragli d’asino, non arrivano a Sky o al Terrapieno.
E↪sticazz!?
In mezzo a tutte queste “bonas novas” c’è pure l’altra notizia che ci riguarda e tanto pure, anzi due. L’acqua che torna ad essere mira degli imbottigliatori privati e la patata bollente delle scorie radioattive che non sanno proprio dove ficcarsi, in questo credo che dovremmo dare, i sardi tutti, una bella mano e tanta fantasia per indicargli il dove mettersele e il dove lasciare l’acqua, bene primario non commerciabile.
Ah, ci sarebbe poi anche la litania dell’eterno perseguitato, mischinetto lui, in mezzo a tutto questo ri-fiorir di tasse e di balzelli, un altro che salvava tutti ma forse non conosceva i dati dell’ultimo censimento. Beh, chi gli è succeduto non ha saputo fare altro che, se non di peggio, almeno parte uguale.
Non ho studiato alla Bocconi ne’ tantomeno alla Sapienza, ma due calcoli me li so fare e i due segni primari, il “positivo +” ed il “negativo -” li conosco anche troppo bene ma in particolare ne conosco uno, il segno meno quando si tratta di “ricevere”, perché il più lo vedo solo sulle tasse e su tutto il resto che aumenta con il condimento della continua faccia tosta di chi dice di salvare, portare fuori il paese dalla crisi mentre succhia il sangue agli scheletri.
Con questi gravami, già pesanti da sempre ma oggi insostenibili, ci sarà ancora più difficile fare concorrenza, inserire i nostri prodotti su qualsiasi mercato, comprarli, trasportarli e farli conoscere. Ci sarà sempre più difficile mantenere aperte le attività e il personale, non bastassero gli abusi ed i soprusi che già si perpetrano numerosi e che in troppi fanno finta di non vedere, mentre sarebbero pagati bene per farlo e per farlo bene.
Resto sereno, credetemi, ché non è più nemmeno il caso di prendersela poi tanto. Non apprezzo i nostri politici, in massima parte, ma questo non mi esime dall’essere critico anche nei confronti dei miei concittadini, corregionali, connazionali ed oltre, che sembrano non finire mai la pazienza, la “speranza”, sembrano. Ma in fondo si tratta soltanto, in troppi casi, di profondo e pressoché totale esaurimento, anche ripetere gli errori stanca, certo più che far bene le cose.
Resto positivo, perché confido in me stesso e in poco altro, ma non chiedetemi ottimismo, vi prego, non ve n’è traccia ne’ reperibilità se non in confezione scaduta. Non mi sento più italiano da un bel pezzo, non mi sento più nessuno oltre me stesso, da un bel pezzo, ed in fondo mi va bene così e così, di cuore, auguro a Tutt* Voi!
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
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