Se un sindaco si presenta in bermuda ad una commemorazione è lecito pensare che ci si possa presentare in abiti da spiaggia a scuola, al lavoro e ad un funerale. Gian Carlo Pajetta, vecchio comunista, da vice presidente della Camera dei deputati redarguì con una certa veemenza un parlamentare che si era presentato in aula senza cravatta. “Si vergogni”, gli disse. Il parlamentare non riuscì a rispondere a quel vecchio e tosto partigiano anche perché lui, l’onorevole senza cravatta, era del suo stesso partito: il partito comunista italiano. Altri tempi direte voi. Certo, altri tempi. Però vedere il sindaco di Porto Torres Sean Wheeler in completa tenuta da passeggio, maglietta e bermuda con fascia tricolore, vicino a persone in divisa in procinto di ricordare 1700 militari caduti a sedici miglia da Porto Torres il 9 settembre 1943 a bordo della corazzata Roma, fa un certo effetto. L’abito non fa il monaco direte voi. Probabilmente avete ragione, sicuramente sono all’antica, però il rispetto è importante. Sono cresciuto in una famiglia dove ci si sedeva tutti insieme a pranzo e a cena, si aspettava che la persona più anziana cominciasse a mangiare per poter proseguire, non si interrompevano le persone mentre parlavano e non ci si alzava da tavola senza chiedere permesso. Altri tempi. Probabilmente. Però vedere la fascia tricolore tra una maglietta e un bermuda mi ha fatto male. Decisamente. Sarà pure il segno dei tempi, sarà pure che le istituzioni non valgono più come una “volta”, sarà pure che è meglio essere onesti e vestire male che ladri e indossare Armani. Certo. Ma possiamo trovare un compromesso? Essere onesti indossando un semplice pantalone lungo e camicia? Lo chiedo in nome di un vecchio partigiano che in parlamento ci entrava sempre con giacca e cravatta. Per assoluto rispetto del popolo e di chi lo aveva votato. E non è solo questione di forma ma, io credo, di sostanza.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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