La vita è adesso è un’opra costruita bene fin dalla sua prima canzone “Un nuovo giorno o un giorno nuovo” e riesce a chiudere in maniera dignitosa anche con l’ultima “notte di note, note di notte”. Si parla dell’album più venduto da Claudio Baglioni ma è anche l’album più venduto di tutti i tempi in Italia. Rimase in cima alle classifiche musicali per 27 settimane e oltre un anno e mezzo in classifica. Non era facile superare l’ottimo risultato del precedente “strada facendo” e non era facile, davvero, cantare piccoli racconti: ben musicati e ben scritti. Tra le canzoni più belle di “la vita è adesso” – e tra le più belle, per me, dell’intera produzione del cantautore romano – spicca “tutto il calcio minuto per minuto” dove la musica, le parole e l’atmosfera sono davvero rarefatti, intensi, dinoccolati, appiccicati tra la terra e il cielo, in una sospensione dolcissima di una domenica dove tutti sono a casa ad ascoltare le partite alla radio: le mie domeniche.La risento spesso: mi piace la storia dei due ragazzi e dei due adulti, quella ragazzina appesa ad un palloncino e con le scarpe inglesi schiaccia un fango di cioccolata, mentre la donna ride strano. Entrambe raccolgono un pezzo di dolore dentro una domenica forse assolata, forse deserta, forse sospesa e tutti vanno via in un silenzio avvolgente di un pomeriggio nudo: le radio dentro le persiane “tutto il calcio minuto per minuto”. E’ un’interpretazione magnifica, melodrammatica, potente, musica registrata nei Manor Studios a Oxford, gli archi eseguiti dalla London Symphony Orchestra registrati da un bravissimo Peter Mew insieme ad Hans Zimmer (produttore e autore di numerose colonne sonore cinematografiche tra cui Ran Main). Era il 9 giugno 1985 quando partì l’avventura di “la vita è adesso”. Era un Caudio Baglioni 3.0 e aveva già affossato le sdolcinature di E tu e Sabato Pomeriggio. Se dopo 37 anni il disco ancora si ascolta e il record di quello più venduto è intatto una ragione ci deve essere. E c’è: è un disco pieno di belle parole e musica sontuosa. Ammettiamolo una buona volta.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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