L’intervista all’Onorevole Cappellacci sulla questione del termovalorizzatore di Tossilo mi spinge alla fin fine, da ex Assessore regionale, a fare alcune sia pur sommarie puntualizzazioni, scontando magari, per la fretta di un post scritto all’impronta, qualche possibile imprecisione temporale. Il Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani ha conosciuto tre versioni, la prima del 1981 e altre due corrispondenti ad altrettanti aggiornamenti:1998 e 2008. In tutte e tre sono previste tre linee di incenerimento: Cagliari (operante), Nuoro-Tossilo (operante, ma dal 1998 da rinnovare con un terzo forno), Nord Sardegna (mai realizzata). Nel 2005-2006 il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’industria, preoccupatissimi del rischio di un tracollo repentino e completo del sistema industriale di Ottana, mi chiesero di predisporre un progetto di massima per introdurre una variante al Piano del 1998 (che stavamo ancora aggiornando), al fine di realizzare una doppia linea di termovalorizzazione (residuo secco della raccolta differenziata dei rifiuti, più biomasse di provenienza forestale ) nell’area di sviluppo industrale di Ottana, tale da costituire un’alternativa, anche nella produzione energetica, alle fabbriche esistenti in quel territorio (Equipolymers e Clivati). La Giunta approvò lo schema di variante e il bando internazionale di gara ai primi del 2006, mi pare. A conclusione della gara, l’incarico per la realizzazione del progetto esecutivo se lo aggiudicò un’ATI di cui faceva parte URBASER, allora realizzatrice e gestore del termovalorizzatore di Madrid. Implicitamente ciò comportava la chiusura di Tossilo.
Pur avendo lealmente messo in piedi quella prima fase della variante, io non ne ero particolarmente convinto. Lo spiegai, nei limiti in cui potevo mentre ero in carica, al Consiglio comunale di Ottana, sindaco allora il compianto Peppino Fenudi, che diede atto della mia correttezza anche nell’aver esposto apertamente le riserve sui punti deboli dell’operazione. Tuttavia per qualche tempo, anche dopo le mie dimissioni, giustificai pubblicamente la scelta, con un articolo su La Nuova Sardegna e partecipando alla discussione, come ospite, sul blog di Paolo Maninchedda, “Sardegna è Libertà” A quei tempi PDS e PPI in provincia di Nuoro e a Macomer erano maggioritariamente per il terzo forno a Tossilo.
Paolo Maninchedda e alcuni comitati, a Macomer e in provincia, erano contrari a entrambe le proposte. In Consiglio regionale Paolo Maninchedda presentò una proposta di legge per una moratoria quinquennale della realizzazione di nuovi impianti di incenerimento. Quella linea prevalse di fatto, anche per effetto di una forte mobilitazione di base sul territorio, contraria al nuovo impianto di Ottana. Oggi, a mio avviso, tutte le ragioni -prevalentemente indirette- che indussero la nostra Giunta a proporre il termovalorizzatore di Ottana non hanno ragione di esistere e giustamente non se ne parla più. Per quanto riguarda Tossilo, non ritengo più attuale riproporre un terzo forno e nemmeno un nuovo impianto: l’andamento generale del trend dei rifiuti in Sardegna non lo giustifica, visto il successo della raccolta differenziata. Anzi, direi che un nuovo impianto di termodistruzione rappresenterebbe una presenza in contraddizione col proposito di incrementare progressivamente la differenziata, che oggi è giunta al 55% e che il Piano del 2008 intende portare, se non ricordo male, al 70%. Certo è che l’impianto esistente non può tuttavia reggere così com’è: su questo la linea di continuità della struttura tecnica (i famosi Uffici) trova ragione nella realtà. Quell’impianto è vecchio, è stato a lungo usurato dal fatto che per decenni ha bruciato prevalentemente rifiuti indifferenziati e va chiuso. Ulteriori rattoppi all’esistente non li riterrei tecnicamente efficaci. Questa è a mio avviso la situazione al momento. Preciso tuttavia che, pur condividendo molte delle obiezioni ambientaliste sul tema degli inceneritori e/o termovalorizzatori, non le trovo sul piano concettuale decisive. Un impianto realizzato con le nuove tecnologie oggi disponibili (non come quello attuale di Tossilo, quindi, nè, per dire la verità, come quello di Tecnocasic a Cagliari) dovrebbe comunque rispettare come minimo gli standard imposti dalla normativa europea e potrebbe persino andare oltre, in tema di precauzioni. Certo innocuo non sarebbe, ma sarebbe assai meno inquinante di altri impianti industriali esistenti, operanti e tuttora non contestati così accanitamente in Sardegna. Nessun processo termico di trasformazione di materiali è, nè mai potrà essere, quale che sia la tecnologia usata, inoffensivo per l’ambiente. Questo deve essere chiaro. Quindi l’opposizione di tipo meramente sanitario o ambientale deve precisare, sul piano politico e più latamente culturale, che essa si estende a tutti gli impianti manifatturieri o energetici comportanti la trasformazione termica di materiali. E naturalmente, per correttezza e completezza concettuale (scusate la provocazione, ma certi supponenti specialisti che imperversano da tempo stanno venendo un po’ a noia), tali posizioni dovrebbero farsi carico anche dei problemi connessi al riutilizzo, visto che per vetro, plastica e metalli derivanti dal recupero, da qualche parte debbono pur operare processi di trasformazione termica. Io credo che più fondate e sostenibili siano tuttavia le obiezioni di natura sistemica. Oggi esistono processi di gestione dei rifiuti, partendo dalla raccolta differenziata e completando la filiera del recupero-riciclo/riutilizzo, più efficienti della termodistruzione. Anche la frazione secca proveniente dalla fase finale della differenziata può essere in parte utilizzata per esempio in edilizia o nei lavori pubblici, come quelli stradali. Per quel che residuasse, limitati ampliamenti delle nostre attuali discariche sarebbero sufficienti. Ho scritto questi appunti per un dovere di memoria storica e di personale chiarezza, non per riesumare fatti e questioni ormai superate e certamente non per interferire sul processo avviato dalla Giunta in carica, del quale comprendo alcune ragioni (anch’esse precauzionali). Come è regola sul mio profilo FB, non accetterò né ospiterò insulti o attacchi a persone né toni in qualche modo violenti: spero che tutti quelli che vorranno qui proporre considerazioni vorranno attenersi a questo invito. Considerato il momento prefestivo, consentitemi di non intervenire sull’eventuale dibattito. Anch’io ho necessità di relax.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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