Per un anno Claudia Francardi ha vissuto barricata nel suo odio, meditando vendetta, a cavallo tra depressione e furia. Poi ha ricevuto una lettera da Irene Sisi. Irene Sisi è la madre di Matteo Gorelli. Matteo Gorelli è il ragazzo che ha ucciso Antonio Santarelli, il marito di Claudia Francardi. Matteo Gorelli, nel 2011, aveva 19 anni: ha cancellato la vita di Antonio Santarelli, ha stravolto quella di Claudia. Andò così. La notte del 25 aprile 2011 Matteo ed alcuni amici tornavano da un rave party organizzato in un paesino del grossetano. Guida Matteo, che ha avuto in prestito l’auto dalla madre. Quella madre è stata anche il padre che Matteo non ha mai avuto. I ragazzi vengono fermati ad un posto di blocco dei carabinieri. Uno dei due militari è il maresciallo Antonio Santarelli, di anni quarantatré. Matteo viene sottoposto all’alcoltest: ha bevuto troppo e gli viene comunicato il sequestro dell’auto. Matteo immagina la reazione della madre e perde la testa. Sul sedile posteriore ha un rudimentale bastone, ricavato dal ramo di un albero ripulito alla meglio. Lo impugna e aggredisce alle spalle i carabinieri, con “ferocia inaudita” accerteranno i periti del tribunale. Antonio Santarelli viene raccolto dall’asfalto in condizioni disperate. Morirà dopo mesi di agonia, mentre il suo commilitone uscirà dal pestaggio con una invalidità permanente. Matteo Gorelli viene condannato a vent’anni di carcere, il primo dei quali lo trascorre nella comunità di don Mazzi.
Quando Claudia si ritrova la lettera di Irene tra le mani, è passato del tempo da quell’esplosione di follia. La madre dell’assassino implora perdono, ma a Claudia non passa nemmeno per la testa di rimuovere dal suo animo l’odio per chi gli ha portato via il marito uccidendolo a bastonate. Poi ci pensa. Poi il pensiero diventa riflessione profonda. Claudia incontra Irene. Una, due, tante volte. Diventano amiche, tanto che Claudia e Irene fondano assieme un’associazione per il recupero dei detenuti. Tanto che Claudia accetta di varcare la soglia del carcere ed incontrare l’assassino di suo marito. “Quando Matteo ha ucciso, non era in sé: ha un disturbo della personalità. Quei due carabinieri ai suoi occhi, in quel momento, non erano persone ma oggetti inanimati, ostacoli”. Queste parole, al microfono di uno speciale del Tg1, non le ha pronunciate Irene. No, le ha pronunciate Claudia. E di parole ne ha dette anche altre: “Matteo merita un’altra possibilità”. La vita di Antonio cancellata da un momento di follia. Quella di Matteo ristretta in una cella. Claudia ha pensato che non valesse la pena sprecare una terza vita, la sua, nel vicolo cieco dell’odio, camminando da sola sul suolo arido della vendetta.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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