di Fiorenzo Caterini
Ecco, io non sono un economista. Io non sono un economista ma vorrei che qualcuno, specie tra quelli che la fanno tanto facile, del tipo “i debiti si pagano punto”, mi spiegasse questa cosa, a me che non sono economista e non capisco.
Io compro titoli di stato tedeschi, sicuri, blindati. La Germania è una nazione con un bassissimo rischio di default e quindi, giustamente, il tasso di interesse è quasi zero. Cioè compro titoli di stato tedeschi, sicuri, e non ci guadagno praticamente una cippa. Ma quel pochissimo che ci guadagno è sicuro, blindato.
Allora compro titoli di stato greci, titoli rischiosi, perché la Grecia è un paese fortemente esposto con un alto debito pubblico.
Mi accollo un bel rischio! E dunque mi pagano un bell’interesse, il 15 %.
Io, consapevolmente, compro titoli di stato ad alto rischio, guadagno bene, ma so che le cose potrebbero andarmi male. Azzardo un po’, diciamo, me la gioco, via.
Quindi compro titoli greci, rischiosi, ma guadagno bene.
Se mi va bene, mi arricchisco; se la Grecia fallisce, ciccia, me la sono tentata e mi è andata male.
Le banche tedesche, ecco, compravano titoli di stato greci, e risucchiavano così, da quel paese, costantemente gli interessi. Ingenti masse di danaro si trasferivano così dalla Grecia alla Germania, da un paese povero ad un ricco, secondo le regole del mercato finanziario.
E’ la finanza, bellezza.
Ora le banche tedesche si sono arricchite degli interessi greci, lucrosi, ben pagati, accollandosi però il rischio. Se la Grecia entra in crisi, vi agganciate.
Giusto no? Sono le regole della finanza mondiale.
Quindi ad un certo punto la Grecia entra in crisi nera, rischio default. Che fanno le banche tedesche che si sono arricchite con gli interessi greci? Si mettono a piangere e a tirare per la giacca i loro governanti. Rivogliono indietro il credito.
Non gioco più.
Io non sono un economista, ma è evidente che se c’era un interesse alto, un motivo c’era.
La Grecia è entrata in crisi, e le banche tedesche reclamano il credito. Il governo tedesco appoggia le sue banche. E finisce che l’Europa giunge in soccorso dei creditori.
L’Europa finge di aiutare la Grecia ma, in realtà, paga il credito alle banche tedesche. Quasi il 90 % degli aiuti europei sono finiti nelle banche private, soprattutto tedesche.
Ma il rischio non se lo dovevano accollare i creditori, le banche?
Ora, io non sono un economista, ma a me questa pare un truffa bella e buona.
Eh si, perché se l’Europa corre in soccorso alle banche tedesche, e si obbliga la Grecia a spremere il suo popolo per ripianare quel debito, significa che rischio per le banche tedesche non ce n’era.
Ma se non c’era il rischio, allora non ci dovevano essere neppure quegli interessi così alti.
Se il rischio doveva trasferirsi alle casse pubbliche dell’Europa, è a essa che spettavano gli interessi.
Le banche tedesche hanno guadagnato sugli interessi greci, finché il rischio era nominale. Appena il rischio si è concretizzato, lo hanno trasferito agli europei, ai cittadini. Hanno socializzato il loro rischio, insomma.
Io non sono un economista, ma a me questa cosa mi pare una truffa ai danni non solo dei greci, ma di tutti i cittadini europei.
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo. Il suo ultimo libro è invece un romanzo a sfondo neuroscientifico, "La notte in fondo al mare".
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