Il 17 ottobre del 2013, in politica un’era geologica, si incontrarono a Washington l’allora presidente degli USA Barack Obama e il presidente del consiglio italiano in carica Enrico Letta (quello di “Enrico stai sereno). In quell’occasione Obama promosse il governo Letta e affermò che “L’Italia è un partner eccesionale” e si dimostrò impressionato dalla leadership e dall’integrità di Letta. Si congratulò anche per l’approvazione della legge di stabilità e finì tutto con baci e abbracci. Altri tempi direte coi. Certo, altri tempi. Obama non c’è più e al suo posto c’è un esplosivo The Donald che, esattamente sei anni dopo la visita di un primo ministro alla Casa Bianca, riceve il nostro buon Presidente della Repubblica The Sergio. Il quale, compassato e spalle strette ascolta, con l’aiuto dell’auricolare, ciò che Trump dice ufficialmente. E the president volendo partire da lontano – dall’antica Roma dei secoli andati – ha affermato “urbi et orbi” che: “Gli Stati Uniti e l’Italia sono legati da un’eredità culturale e politica da migliaia di anni”. Strafalcione degno di qualche nostrano gaffeur ma dimostra che tutto il mondo è paese. Ad ascoltare ciò che disse Obama e sentire quello che ha dichiarato Trump c’è da chiedersi: trovate le differenze. Sarebbe però troppo semplice. Ciò che ha colpito è l’impassibile espressione del nostro presidente alla frase errata di Trump. Lui, per sua sfortuna, è abituato agli errori di storia e geografia. Obama (e anche Letta dire il vero) sono molto lontani. Come direbbe il grande Lucio Dalla: “dall’altra parte della luna”.
Giampaolo Cassitta.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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