L’operazione è sicuramente “vintage” e poetica: un partito in difficoltà che chiede un contributo alla sua base, ai suoi elettori, a quelli “che stanno con il partito”. I conti sono difficili anche perché la Lega deve restituire 49 milioni però l’idea potrebbe essere vincente, una sorta di “conta” per capire chi, davvero, è con Salvini. Lui, il capitano spavaldamente ha dichiarato che ha al suo seguito 60 milioni di italiani (secondo gli ultimi dati Istat la popolazione italiana è composta da 60,73 milioni di italiani ma è probabile che quei 730.000 Salvini li consideri immigrati, seppure con regolare permesso di soggiorno) e, soprattutto, ha aggiunto che “gli italiani sono con me” senza però quantificarne il numero. Da qui l’ideona: chiediamo ai fan salviniani un piccolo contributo, magari un euro e il gioco è fatto. Di quei sessanta milioni risponderanno solo quaranta milioni? Beh, il debito è più o meno pagato. Quelli della lega si sono dati da fare e un attivista ha lanciato l’idea della sottoscrizione su facebook: “Aprite un conto, versiamo noi italiani i soldi”. La dichiarazione ha avuto tremila “mi piace” e, pertanto, facendo i conti “reali” siamo a tremila euro (se si decide per un euro, ecchesaràmai). Non ero bravo in matematica attuariale e in algebra ma con le quattro operazioni diciamo che me la cavavo e i conti non tornano. Prendiamo i dati della camera dei deputati alle ultime elezioni. La Lega ha ottenuto 5.594.921 voti, ben lontani dai sessanta milioni immaginati da Matteo Salvini. Qualora questi versassero un euro la restituzione del debito sarebbe ovviamente in salita. Salvini però conta sul “trend” positivo e ritiene che il suo partito sia, ormai, al 32% e siamo a circa dieci milioni di voti. Insomma, diventa complicato. Un’altra dichiarazione, a margine è legata ad alcuni dirigenti della Lega: senza soldi non si fa politica e senza soldi ai partiti non c’è democrazia. Vuoi vedere che l’operazione “vintage” prevede il ritorno al finanziamento pubblico? Chissà.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design