Il 9 agosto del 1173 iniziarono i lavoro più per la costruzione della torre di Pisa quella che pende, pende e mai non vien giù. Sono passati 849 anni da quello strano e splendido capolavoro ammirato in tutto il mondo e protagonista perfino di uno scherzo bellissimo nell’indimenticato film “amici miei”. La nostra condizione, in questi giorni, sembra essere quella di una torre pendente, oscillante, pronta a cadere ma capace di resistere, resistere, resistere. Posto che la sinistra ce la siamo fumata da molti anni, il centro sinistra è un quadro di Pollock, Calenda è Calenda e Renzi è Renzi, ovvero due persone che esistono solo nel loro recinto e giocano da soli con il loro pallone, cosa ci rimane a noi antichi sognatori di universi astrali, giustizia ed equità? La consapevolezza di essere fuori moda, fuori schema, fuori da questo pastrocchio incomprensibile a tutti. Perderemo perché siamo abituati a farlo, anni e anni di allenamento, non essere mai d’accordo non tanto sul combattere gli avversari, ma nel giocare insieme ai compagni di strada prima scelti e poi ripudiati. Leggevo che il PD è votato dal 12% degli operai, lo zoccolo duro rappresentato dai lavoratori della pubblica amministrazione lo ha abbandonato da tempo. Nessuno osa parlarne ma le facce sono quelle da funerale. Si perderà senza se e senza ma. Lo sanno tutti, lo sa Letta, lo sa Calenda, lo sa Renzi. Il problema è entrare in Parlamento a costruire, come sempre, intrecci politici incomprensibili e ingarbugliati. Capire Berlinguer non era semplice, perlomeno aveva una coerenza ed una linea politica introvabile nei proclami, nelle promesse e nella varie agende di una sinistra scomparsa. Più che agenda, a questo punto suggerirei diario e sussidiario. È da quei banchi che occorre cominciare. E occhio alla torre di Pisa, l’unica capace di sconfiggere geometri e matematici.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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