In casa la chiamiamo “sindrome del topo morto”. Risale a una mattina di molti anni fa quando mentre accompagnavo la mia primogenita alle elementari di via Porcellana ci imbattemmo in un sarroni stecchito all’angolo tra via Amendola e via Dei Mille. Cominciammo a spingerci uno con l’altra per andare verso la carognetta ma insieme ostentando lo schifo che ne provavamo. Rimase lì per giorni e giorni e ogni giorno rifacevamo il siparietto che però era sincero: ci faceva ogni volta più schifo perché cominciava pure a puzzare ma eravamo attratti dallo spettacolo. Una contraddizione che non ha età né sesso e attinge agli strati più profondi e oscuri dell’animo. Ecco perché ieri ho guardato dall’inizio alla fine il confronto tra Salvini e Renzi da Vespa. Non voglio naturalmente paragonare uno dei due o tutti e due, né tantomeno Vespa, a un topo morto, è questa formalizzazione della politica spettacolare che giudico schifosa, che prevedevo e alla quale tuttavia ho assistito proprio perché attratto dalla sua forte negatività sul piano della formazione di una coscienza critica, traguardo che la tv di Stato dovrebbe proporsi di raggiungere. Io, cittadino di cultura media, probabilmente medio-bassa, non ho appreso un et in più rispetto a ciò che già sapevo e non c’è stata neppure una parola che mi abbia indotto a riflettere su questioni di carattere politico, sociale, economico o sindacale. Era chiara la superiorità di Renzi rispetto all’altro. Direi anzi che Salvini è stato umiliato anche più di quando Conte gli parlava sulla testa. Ma se n’è accorto soltanto chi già lo sapeva e lo prevedeva, gli altri sono rimasti nei loro schieramenti mentali e quando Salvini ripeteva ossessivo che lui non si vergogna di andare in spiaggia in costume da bagno, quelli pensavano “bravo, capitano, sei uno di noi”. Ecco, questo modo di di raccontare la politica mi fa schifo come quel topo all’angolo tra via amendola e via Dei Mille. Però l’ho guardato.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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